Da qualche tempo è ormai vera e propria “slime mania” tra i bambini. I colorati e appiccicosi giochi che tanto divertono i piccoli però, sono spesso anche pericolosi. Sono numerosi i test che hanno evidenziato la presenza di sostanze potenzialmente cancerogene e tossiche negli slime ed ora, a metterli sono accusa ci pensa anche il Beuc, la “federazione” delle associazioni di consumatori in tutta Europa che vede in Altroconsumo il massimo rappresentante italiano. Proprio quest’ultimo, insieme ad altre sette associazioni europee, hanno voluto mettere alla prova questi particolari giochi per bambini facendo emergere però un dato alquanto preoccupante: su 100, ben 42 non dovrebbero neppure essere messi in commercio per via delle sostanze in essi contenute. Nel dettaglio, spiega Repubblica.it, ad essere stato evidenziato è l’elevato livello di boro, elemento chimico impiegato per rendere ancora più elastici e piacevolmente appiccicosi gli slime. Ma questo, come spiega il Beuc, potrebbe essere solo la “punta dell’icerberg” poichè il livello di pericolosità anche più elevato potrebbe essere riscontrato in molti altri giochi destinati ai più piccoli.
SLIME PERICOLOSI PER I BAMBINI: ECCO PERCHÈ
Ma cosa preoccupa di più, nello specifico, la presunta presenza di boro in quantità elevata e tale da rendere pericolosi 4 slime su 10? I possibili effetti negativi di questa sostanza potrebbero andare ad incidere negativamente sulla fertilità e sulla funzionalità ormonale. Per questo l’UE ha fissato dei limiti precisi in merito all’uso nei giocattoli ma che però sarebbero stati ampiamente superati in buona parte degli slime analizzati. In alcuni casi si tratta di sforamenti minimi, in altri esorbitanti con rischi per la salute dei bimbi. Questi ultimi casi sono stati sottolineati soprattutto in Francia, Germania e Spagna con livelli anche fino a 14 volte oltre il consentito. A destare preoccupazione anche la facilità con la quale questi giochi, alcuni anche estremamente pericolosi, siano stati immessi sul mercato europeo senza poi essere successivamente bloccati dalle autorità, sottolineando così qualche anomalia nel sistema europeo di controllo. Il Beuc, alla luce di tutto ciò, ha deciso di scrivere una lettera aperta alla Commissione Europea spronandola ad assumere un ruolo di coordinamento delle autorità nazionali con l’obiettivo di “togliere di mezzo questi prodotti, che circolano in Europa illegalmente, prima che i consumatori li possano acquistare”.