DEMOPOLIS (18 DICEMBRE): LE INTENZIONI DI VOTO
In questi ultimi giorni dell’anno i sondaggi politici danno la “cifra” del periodo attuale che la politica sta passando: la crisi sulla Manovra, lo scontro in Parlamento, le distanze semi-colmate con la Commissione Ue non stano facendo perdere grande terreno ai due partiti di maggioranza, anche se lo stesso Salvini paga una leggera flessione (soprattutto al Nord Italia) col popolo del Centrodestra che non vede più di buon occhio l’alleanza col M5s e visti alcuni effetti nella Manovra di Bilancio in via di approvazione entro il 31 dicembre. Guardando dunque i sondaggi politici espressi da Demopolis lo scorso 18 dicembre, si può osservare come la Lega rimanga salda in testa al 31,8%, mentre il Movimento 5 Stelle recupera un po’ del terreno perso fissandosi al 27.5% dei consensi. Dietro il “vuoto” visto che il Partito Democratico non cresce, anzi cala fino al 16,5%, Berlusconi con Forza Italia non va oltre l’8,8% e FdI di Giorgia Meloni resta ad un basso 3,2%. Tutti gli altri partiti, specie quelli delle tante galassie di Sinistra, restano tutte sotto il 3% secondo gli ultimi sondaggi di Demopolis.
QUORUM (19 DICEMBRE): QUANTO DURERÀ IL GOVERNO?
Un nuovo sondaggio, questa volta di Quorum per Sky Tg24, prova invece a dare un “polso” diverso restando negli argini delle previsioni-ipotesi per la politica del 2019: nei sondaggi “paralleli” alle intenzioni di voto pure, troviamo quelli altrettanto importanti sulla tenuta del Governo. Alla domanda infatti, tanto semplice quanto netta, «quanto durerà questo Governo?» gli elettori che pur premiano i gialloverdi nelle intenzioni di voto sono alquanto scettici sulla lunga durata dell’esecutivo Conte. Il 40,5% ritiene che al massimo tra sei mesi, dopo le Elezioni Europee, l’alleanza Lega-M5s è destinata a finire: il 17,7% li tiene uniti al massimo per un anno, mentre il 41,8% è convinto che ci sia ancora spazio per rinnovare l’alleanza e la durata del Governo «potrebbe durare anche più di un anno». Una spaccatura a metà anche all’interno degli stessi elettori di Lega e M5s, per nulla “convinti” che alle proprie compagini politiche faccia bene la lunga durata di un’alleanza anomala come quella del Contratto di Governo gialloverde.