Dai folletti greci al gatto islandese e alla mince pie irlandese, per arrivare ai ragni nell’albero di Natale ucraino. Il viaggio tra le feste di dicembre nel mondo è davvero suggestivo. Mentre in America questi animaletti sono associati alla festa di Halloween, in Ucraina trovarne uno nel proprio albero di Natale è un segno molto positivo, di buona fortuna. Questo perché c’è una leggenda, quella appunto del ragno di Natale, secondo cui una pigna cresciuta su un albero di Natale nella casetta di una povera famiglia viene ricoperta di ragnatele che si trasformano in oro e argento quando i bambini aprono le finestre il 25 dicembre. In questo modo la famiglia non vive più in povertà. Per questa ragione oggi i ragni e le ragnatele sono popolari decorazioni dell’albero di Natale in Ucraina. Potreste pensarci l’anno prossimo per addobbare il nuovo albero di Natale con un tocco propiziatorio. (agg. di Silvana Palazzo)
IRLANDA, MINCE PIE CON BIRRA PER BABBO NATALE
Tra le feste e le tradizioni di dicembre c’è anche quella di preparare la cena di Babbo Natale con un paio di Mince Pie accompagnate da un bicchiere di latte e da una carota per la sua renna. A questi dolcetti sono collegati gesti propiziatori, infatti alla preparazione dovrebbero prendere parte tutti i membri della famiglia, e ciascuno di loro dovrebbe mescolare rigorosamente in senso orario esprimendo un desiderio e mangiando una Mince Pie al giorno da Natale fino all’Epifania per garantirsi fortuna nel nuovo anno. Questa consuetudine affonda nella tradizione pastorale britannica: un tempo avevano il ripieno di carne di pecora, frutta secca e frutti di bosco, in un miscuglio di dolce e salato, ma ogni famiglia ha la sua ricetta tramandata di madre in figlia anche perché non tutti prima potevano permettersi la carne e gli ingredienti necessari. In Irlanda però Babbo Natale non riceve latte e Mince Pie ma la torta ripiena con una pinta di Guinness. (agg. di Silvana Palazzo)
JOLAKOTTURINN, IN ISLANDA È ARRIVATO IL GATTO DI NATALE
Natale è finalmente arrivato e con lui in Islanda arriva Jólakötturinn. È conosciuto come gatto di Yule o più comunemente come il gatto di Natale d’Islanda. Si tratta di un enorme gatto nero che si aggira durante la notte della Vigilia. Una figura temibile, perché non caccia topi ma uomini. Le sue vittime hanno una cosa in comune: non sono riuscite a procurarsi un capo di abbigliamento nuovo da indossare a Natale. Jólakötturinn è legato come figura a quella mostruosa della capra di Yule, che vigila sulla preparazione di Natale e si premura di punire chi non la organizza adeguatamente. Nell’Ottocento veniva usato come stratagemma per spingere gli operai a concludere la lavorazione della lana raccolta nel periodo autunnale prima della fine dell’anno. Chi lavorava alacremente, veniva ricompensato con un capo di vestiario, quindi otteneva la salvezza dalle grinfie del micione islandese. (agg. di Silvana Palazzo)
I KALLIKANTZAROI IN GRECIA
Tra le tante curiosità legate alle feste di dicembre c’è quella che riguarda i folletti maligni del Natale. Si chiamano Kallikantzaroi, che nelle dodici notti tra Natale e l’Epifania possono abbandonare le loro dimore sotterranee per salire tra la gente e molestarla con i loro scherzi. In varie parti della Grecia si dice che questi folletti girino con stivali di ferro, per far più male alle persone a cui tirano calci. Altrove invece si dice che rovinino il vino e le provviste nelle cantine destinate alle feste di Natale e dell’Anno Nuovo. C’è chi sostiene che rapiscano le persone che si attardano per strada, di ritorno dalle feste. Le descrizioni dei Kallikantzaroi non sono univoche: solitamente sono ricoperti da una folta pelliccia, talvolta sono descritti come lupi, altre volte come scimmie, molto spesso come esseri per metà uomini e per metà animali. Vivono gran parte degli anni negli inferi, dove divorano l’albero che regge il centro della Terra, ma a Natale la loro fatica è resa vana dal fatto che con la nascita di Gesù l’albero si rigenera completamente. Per questo escono per vendicarsi dagli uomini fino a quando non vengono rispediti negli inferi con la Benedizione delle Acque. (agg. di Silvana Palazzo)
L’HOGMANAY DI EDIMBURGO
Ancor più atteso del Natale è l’Hogmanay di Edimburgo, la festa di capodanno per eccellenza. Circa 150mila persone ogni anno vi partecipano nel corso dei tre giorni. I festeggiamenti cominciano infatti in Scozia il 30 dicembre con una sfilata di torce e proseguono fino al 1° gennaio. Imperdibile il concerto di capodanno ai Princes Street Gardens o i balli tra le famose feste di strada. A mezzanotte arriva poi il momento dei bellissimi fuochi d’artificio sullo sfondo del castello per dare ufficialmente il benvenuto al nuovo anno. Ci sono molte tradizioni legate all’Hogmanay, quella più diffusa è la pratica del quaaltagh che comincia subito dopo la mezzanotte. La prima persona che varca la soglia di casa di un amico o vicino deve offrire un dono simbolico, come sale, carbone, whisky o black bun, una torta ricca di frutta. Sono doni con cui augurare buona fortuna al capofamiglia. (agg. Silvana Palazzo)
FINALMENTE NATALE, MA IL “GANNA” IN ETIOPIA ARRIVA A…
Le feste di dicembre entrano nel vivo con il Natale, che però viene celebrato diversamente nel mondo. In Africa settentrionale coincide ad esempio con la fine della raccolta del cacao, mentre in Australia è davvero sui generis perché si festeggia in spiaggia al caldo del sole estivo. In Etiopia invece il Natale, chiamato “Ganna”, si festeggia il 7 gennaio, seguendo l’antico Calendario giuliano. Qui si osserva il digiuno durante la vigilia per indossare all’alba il tradizionale shamma, un abito bianco con strisce colorate alle estremità riunendosi poi per la messa. In Asia, e in particolare in Giappone, le abitazioni sono decorate con festoni e addobbi di bambù e rami di pino per scacciare gli spiriti maligni. In Cina si aspetta Shengdan Laoren, il Babbo Natale dagli occhi a mandorla che vive a Beiji Cun, dove è stato costruito un vilaggio identico a quello di Rovaniemi, in Finlandia. (agg. di Silvana Palazzo)
LA “LUCE” E LA PROCESSIONE DI SANTA LUCIA IN SVEZIA
Il viaggio tra le feste di dicembre nel mondo ci porta in Svezia, dove prima del Natale si celebre la festa di Santa Lucia. All’alba del 13 dicembre migliaia di bambine con una veste bianca, una candela accesa in mano e una coroncina di candele elettriche in testa, illuminano il buio. Ad una bambina o ragazza il compito di impersonare Lucia e guidare le processioni. Il corteo si chiude con bambini vestiti come folletti. La scena è adorabile: i bambini cantano canzoni della tradizione natalizia illuminando l’oscurità con le loro candele, mentre Lucia e le sue damigelle donano brioche allo zafferano e biscotti allo zenzero agli spettatori. Si tratta di una tradizione del Settecento che si ripete in tutto il Paese. Non sarebbe Natale in Svezia senza la festa di Santa Lucia, che segna il ritorno della luce nel giorno più corto dell’anno. C’è un po’ di Italia comunque in questa festa, perché Santa Lucia è originaria di Siracusa. (agg. di Silvana Palazzo)
LE FESTE DI DICEMBRE NEL MONDO: NON SOLO NATALE
Non c’è solo Natale questo mese: le feste di dicembre nel mondo sono svariate per tutte le culture. Sono varie le ricorrenze, con origini e storie completamente diverse. E allora bisogna guardare oltre il Natale e cominciare a considerare tutte le altre feste che si celebrano in questo mese speciale, come vi abbiamo raccontato nelle ultime ore con un breve viaggio tra le feste di dicembre nel mondo. Molte hanno un legame con il giorno più corto dell’anno, che corrisponde al solstizio d’inverno. Il 5 dicembre ad esempio San Nicola premia i bambini che sono stati buoni con dei regali, ma in Austria, come in altri Paesi dell’Europa centrale, è arrivato Krampus che ha punito le bambine e i bambini cattivi. Per metà demone e per metà capra, è spesso raffigurato con pesanti catene, un aspetto che colpisce perché crea un effetto ancora più spaventoso. Proprio per la festa di San Nicola Krampus, insieme alla sua parte gioiosa, ha fatto visita alle case di tutti in Austria il 5 dicembre.
FESTE DICEMBRE NEL MONDO: L’OPLATEK
In Polonia c’è invece una tradizione molto toccante, quella di spezzare l’oplatek alla vigilia di Natale. Si tratta di una cialda piccola e sottile, molto simile all’ostia dell’Eucarestia, su cui viene stampata una scena natalizia. Sono distribuite dai credenti nelle case dei parrocchiani durante l’Avvento. L’oplatek ricorda il pane eucaristico della messa, quindi stabilisce un’ulteriore connessione tra il Natale e il dono dell’Eucarestia, la presenza cioè di Dio tra gli uomini. La cerimonia comincia con il padre che prende l’oplatek, ne spezza una parte e la dona alla moglie. Nel farlo può dire le cose per le quali le è grato, augurarle buona salute o chiederle perdono. Poi l’oplatek viene condiviso con ogni membro della famiglia. Dopo aver completato la divisione del pane, viene servito un piccolo pasto che anticipa la Messa di mezzanotte. La tradizione è sopravvissuta al tempo ed è ancora celebrata in molte parti del mondo dalle famiglie con discendenza slava. Si tratta di una bella tradizione che unisce le famiglie nella celebrazione della nascita di Gesù Cristo.