Si è chiuso oggi l’ennesimo capitolo dell’oramai lungo braccio di ferro tra il Ministero degli Interni, nella persona di Matteo Salvini, e la ong Open Arms, che è finalmente attraccata nel porto di Crinavis, nelle vicinanze di Algeciras, in Spagna: l’imbarcazione con a bordo 311 migranti salvati al largo delle coste libiche ha infatti trovato un approdo dopo che Malta si era rifiutata di aprire i propri porti, eccezion fatta per una mamma e il suo neonato, e lo stesso era accaduto per il nostro Paese. Al momento, stando a quanto si apprende dalla stampa iberica, i migranti verranno trasferiti in un centro di ospitalità temporanea per cittadini stranieri mentre i 139 minori a bordo, dopo essere stati accolti dal volontari di Save The Children e della Croce Rossa saranno presto indirizzati verso una comunità della stessa zona. (agg. di R. G. Flore)
SALVINI, “MISSIONE COMPIUTA…”
E’ approdata pochi minuti fa in Spagna la nave Ong Open Arms. L’imbarcazione, con a bordo 311 migranti, è giunta nel porto di Algesiras, dopo aver salvato i profughi lo scorso 21 dicembre al largo delle coste libiche. Fra i migranti vi sarebbero ben 139 minorenni, quasi la metà, e a bordo vi sarebbero persone provenienti da Costa d’Avorio, Mali, Somalia, Sudan e Siria. Una volta ricevuta la prima assistenza a terra, i minori saranno trasferiti in alcune case alloggio di Algesiras, come precisato da Save the Childern, mentre tutti gli altri saranno smistati nei vari centri di accoglienza della zona. Sulla vicenda si è espresso anche il ministro dell’interno Matteo Salvini, che aveva negato i porti italiani alla stessa Open Arms, ricevendo gli “insulti” del numero uno dell’Ong Pro Activa: «Appena approdata in Spagna la nave Ong #OpenArms – ha scritto su Twitter il titolare del Viminale – con 310 immigrati clandestini a bordo. Missione compiuta!#portichiusi». La nave aveva chiesto di poter attraccare a Malta, ma anche in questo caso la richiesta era stata respinta. Dopo varie appelli é arrivato in soccorso il governo spagnolo che ha dato l’ok allo sbarco. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MIGRANTI, OPEN ARMS IN SPAGNA
Dopo diversi giorni di navigazione nel Mediterraneo, e dopo il rifiuto di attacco di Malta e Italia, la nave della Ong Open Arms è approdata questa mattina in Spagna nel porto di Algesiras: a bordo 310 migranti salvati il 21 dicembre scorso dall’unità della Open Arms, la Proactiva, al largo delle coste libiche in un’operazione assai simile alle tantissime svolte nell’estate 2018. Tra le persone soccorse negli scorsi giorni – dopo aver lasciato nel porto di La Valletta solo una donna incinta e l’altro suo bambino – ben 139 minorenni, tutti per fortuna in buone condizioni nonostante la lunga traversata del Mediterraneo. Secondo quanto riporta la stessa Ong spagnola, oltre alla chiusura dei porti di Roma e La Valletta, la richiesta di attracco per la nave carica di profughi era stata inviata anche ai governi di Tunisi, Parigi e della stessa Libia: nessuna risposta è mai arrivata e allora il Governo Sanchez ha risposto affermativo alla domanda del direttore-fondatore di Open Arms, Oscar Camps (anche nei recenti giorni in aperto scontro con il Ministro degli Interni Matteo Salvini).
MIGRANTI, NESSUN PORTO PER LA SEA WATCH
«Buongiorno, l’OpenArms, già nella baia, si dirige verso il luogo di attracco dell’unico porto sicuro disponibile nel Mediterraneo. Missione compiuta», ha scritto poco fa lo stesso Oscar Camps su Twitter dopo l’arrivo della nave Ong nel porto di Algesiras. Ad accogliere i migranti gli agenti della polizia nazionale insieme a volontari della Croce Rossa e di Save The Children: i rifiutati provengono quasi tutti da Costa d’Avorio, Mali, Somalia e Sudan. Ancora non è stato stabilito quanti dei migranti minorenni non sono accompagnati e quale sarà il loro immediato prossimo destino dopo la lunga traversata per scappare dalle atroci condizioni in nord Africa e in particolare nella caotica Libia. Resta ancora in mare invece la nave della Sea Watch (la Sea Watch 3 della Ong tedesca) che da sabato è nel Mediterraneo con 40 migranti a bordo in attesa di un porto sicuro dove attraccare. «Abbiamo ricevuto un messaggio di soccorso trasmesso via INMARSAT dal Centro di Coordinamento dei Soccorsi di Roma. Mentre i contatti libici forniti non sono raggiungibili Sea Watch si sta dirigendo in area SAR verso il gommone segnalato con circa 75 persone a bordo», spiegano gli organizzatori della Ong, aggiungendo come alle continue segnalazioni le risposte siano sempre mancanti e irraggiungibili. «Continuano a essere irraggiungibili. Il nostro capo missione cerca di ottenere informazioni; è assurdo e crudele che questo accada alle porte dell’Europa», conclude la Sea Watch.