Società Autostrade ha presentato ricorso contro il Decreto Genova, chiesto l’annullamento di quattro atti: parliamo della nomina del sindaco Marco Bucci a commissario per la ricostruzione e dei tre decreti con cui è stato deliberato l’affidamento dei lavori. A più di quattro mesi di distanza dal crollo del Ponte Morandi, Autostrade per l’Italia è passata all’attacco e c’è di più, come riporta Il Fatto Quotidiano: la concessionaria ha acquistato quattro aree industriali poste sotto il viadotto crollato, sulla sponda ovest del Polcevera. Si tratta di capannoni appartenenti sei aziende che non avevano firmato la cessione delle proprietà alla struttura commissariale entro il 20 dicembre 208, ovvero il termine fissato dal decreto. Un’operazione da circa 20 milioni di euro, terreni che il commissario Marco Bucci sarà chiamato a espropriare.
CHIAMATI A GIUDIZIO BUCCI, CONTE E TONINELLI
La Stampa sottolinea che Autostrade che, oltre al sindaco Marco Bucci, sono stati chiamati a giudizio il premier Giuseppe Conte e il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Danilo Toninelli. Non c’è la richiesta di sospensiva, con Aspi che ha precisato: «Vogliamo cooperare con il commissario Bucci per far sì che Genova abbia quanto prima il nuovo ponte autostradale, nel prioritario interesse dei genovesi». Dito però puntato contro il Governo M5s-Lega, reo di aver manifestato «in assenza di qualsiasi accertamento di responsabilità, intenti palesemente sanzionatori, resi ancor più evidenti dalle molteplici esternazioni di esponenti governativi. Né la Costituzione, né il diritto europeo consentono di individuare una responsabilità per legge, e di stabilire per legge gli effetti conseguenti, prescindendo dagli accertamenti giudiziari». Nel ricorso si legge inoltre che Autostrade ritiene di essere considerata un bancomat, con il dl Genova che la obbligherebbe a farsi carico di tutti i costi, imponendo obblighi estranei al contratto.