Desta inquietudine e orrore, rimpianto e rancore la storia della bambina di 5 anni lasciata morire di sete da una donna tedesca affiliata all’Isis e dal marito per la sola colpa di aver bagnato il letto. Una vicenda incredibile, di cui hanno dato conto venerdì 29 dicembre i procuratori di un tribunale di Monaco di Baviera. Responsabile dell’accaduto Jennifer W., 27enne teutonica appartenente all’Isis, che il prossimo anno sarà processata in Germania per crimini di guerra, omicidio e detenzione di armi. Dopo aver raggiunto Mosul attraverso la Turchia e la Siria nell’agosto del 2014, la donna – sposata con un miliziano – nella seconda città irachena per importanza non ha svolto un ruolo marginale. Come riportato da Il Corriere della Sera, Jennifer è stata una vera e propria foreign fighter: giubbotto esplosivo addosso e kalashnikov in mano, la 27enne pattugliava le strade di Mosul e Falluja, segnalando le donne che non si vestivano e non si comportavano alla maniera voluta dal sedicente Stato Islamico. Azioni violente, è chiaro, ma nulla secondo i magistrati tedeschi rispetto a quanto accaduto all’interno delle mura domestiche su una bimba di 5 anni.
ISIS, BAMBINA DI 5 ANNI INCATENATA E LASCIATA MORIRE DI SETE
Secondo i procuratori di Monaco di Baviera, la donna tedesca e il marito avrebbero comprato una bambina di 5 anni per farne la loro schiava domestica. La piccola, con ogni probabilità una bimba di etnia yazida, ha però fatto infuriare la coppia bagnando il materasso. Secondo quanto si legge nelle carte dell’accusa, il marito dell’imputata “per punizione la incatenò fuori, all’aperto, nel calore bruciante” dell’estate irachena, “lasciandola morire di sete”. Una fine orribile, che la 27enne Jennifer ha avallato dal momento che secondo i magistrati “non fece nulla per salvare la bambina”. Nel 2016 Jennifer ha fatto capolino all’ambasciata tedesca di Ankara per ottenere nuovi documenti di identità, a qualche mese dalla morte della bambina, di cui non sono state rese note le generalità. Lì la polizia turca l’ha arrestata, estradandola in Germania pochi giorni dopo. In un primo momento, per mancanza di indizi sufficienti, le autorità le avevano concesso di tornare nella sua casa d’origine, in Bassa Sassonia. Ma Jennifer non aveva evidentemente abbandonato i suoi propositi, come si evince dal fatto che nel giugno di quest’anno ha tentato di raggiungere nuovamente la Siria, venendo arrestata dalla polizia. Questa volta la magistratura sembra aver raccolto prove sufficienti a dimostrare la sua attività di miliziana e schiavista per conto dell’Isis. Se nel 2019 il processo dovesse riconoscerla colpevole, la donna rischierebbe l’ergastolo. Ma nessuna pena è paragonabile al destino atroce riservata alla bimba di 5 anni, che sola, tra le mani di sconosciuti, lontana dalla sua famiglia, si è vista sottrarre il diritto alla vita per il solo fatto di aver bagnato il letto.