Il piano di Cesare Battisti era quello di fuggire in un’ambasciata straniera per poi chiedere asilo. A svelarlo è stata un’ex fiamma dell’ex terrorista italiano, una compagna di Battisti dal 2012 al 2017, con cui tra l’altro ha avuto un figlio. Parlando ad un quotidiano brasiliano, Folha de S. Paulo, la donna ha spiegato di non sapere assolutamente dove si trovi ora il padre di suo figlio, aggiungendo: «Parlava di chiedere aiuto ad un’ambasciata amica, ma non so di quale Paese». Luana Priscila Pereira, 33enne che in Brasile fa l’insegnante, e che vive assieme al figlio Sao Josè de Rio Preto, descrive un Battisti diverso da come è dipinto dai media e dalle autorità italiane: «È pacifico, tranquillo, amorevole, semplice, un pezzo di pane». Cesare Battisti voleva fare come Julian Assange, ma al momento nessuno sa dove possa trovarsi. Ormai da quasi due mesi l’ex terrorista dei Pac è latitante, e nelle ultime settimane sono state battute diverse piste, tutte però terminate con un nulla di fatto. Sul terrorista, che in Italia è stato condannato a quattro ergastoli, pende un mandato di cattura della Corte suprema brasiliana, con conseguente estradizione in Italia. Il mandato è stato emesso dal presidente uscente, Michel Temer, e Jair Bolsonaro, che si insedierà ufficialmente martedì, ha promesso che Battisti verrà riconsegnato alle autorità italiane.
CESARE BATTISTI ANCORA IN FUGA
Sulla vicenda si era espresso prima di Natale il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che aveva rilasciato soltanto poche parole: «Non dico nulla fino a quando non sarà preso». La polizia brasiliana si dice fiduciosa in merito alla cattura del latitante del belpaese, e il direttore generale della polizia federale brasiliana, Rogèrio Galloro ha dichiarato: «Non so se avverrà in territorio brasiliano, ma sarà comunque catturato grazie alla cooperazione tra le forze brasiliane e quelle internazionali». Interessante anche quanto emerso su Il Messaggero, con il ministro della Sicurezza Pubblica del Brasile, Raul Jungmann, che ha confessato di aver provato ad intavolare una trattativa con l’avvocato di Battisti, per fare in modo che lo stesso si potesse consegnare, ma il riscontro è stato negativo.