Il governo degli Stati Uniti continua ad essere immobilizzato dalla shutdown, la “chiusura” delle operazioni dell’amministrazione, indetta lo scorso 22 dicembre dal presidente Donald Trump. Un’immobilizzazione derivante dal mancato accordo fra lo stesso tycoon e il congresso degli Stati Uniti in merito allo sblocco dei fondi per costruire il muro lungo il confine con il Messico, con i Repubblicani stanno facendo opposizione nonostante il presidente abbia rivisto per difetto le cifre necessarie per l’eventuale costruzione. Trump si è quindi “barricato” alla Casa Bianca, annullando le sue vacanze di fine anno in Florida, a Mar-a-Lago, e utilizzando come di consueto il suo profilo Twitter per mandare frecciatine ai suoi detrattori. L’uomo più potente al mondo ha cinguettato contro i Dem, accusandoli di andare in vacanza (a differenza sua), infischiandosene della sicurezza del paese. In un altro tweet ha invece tirato in ballo l’ex presidente, paragonando il muro che la famiglia Obama ha eretto nella propria abitazione di Washington, a quello che vorrebbe erigere Trump a sud: «Il presidente e la signora Obama – scrive il numero uno USA – hanno eretto un muro di tre metri attorno alla loro residenza a Washington D.C. Sono d’accordo, è del tutto necessario per la sicurezza e la protezione. Gli Stati Uniti hanno bisogno della stessa cosa, solo un po’ più grande!». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
USA IN SHUTDOWN: LA SITUAZIONE NON SI SBLOCCA
Sono nove giorni che il governo degli Stati Uniti si trova in “shutdown”, da quando cioè il presidente Donald Trump non ha trovato l’accordo con il congresso sulla richiesta di fondi per la costruzione del muro lungo il confine con il Messico. Il blocco delle attività amministrative potrebbe durare ancora a lungo sottolinea Il Fatto Quotidiano citando la Cnn, visto che al momento non si vede la luce in fondo al tunnel: «Non so quando il governo riaprirà – le parole del presidente USA durante il giorno di Natale – ma posso dirvi che non riaprirà fino a quando non avremo un muro». Il tycoon a stelle e strisce non intende arretrare nemmeno di un millimetro, convinto che il muro a sud sarà fondamentale per «fermare i trafficanti di droga e di esseri umani e i criminali delle gang. Io sono alla Casa Bianca – ha dichiarato il presidente su Twitter – in attesa che i democratici vengano e facciano un accordo sulla sicurezza dei confini». E il blocco dei lavori, oltre ad avere un peso politico, sta avendo anche un peso economico non indifferente, visto che circa un quarto dell’amministrazione è al momento con le mani in mano: a 350mila lavoratori è stato infatti comunicato di non presentarsi a lavoro fino ad ulteriore avvisi, mentre 800mila dei 2.1 milioni dipendenti federali sono senza paga.
SHUTDOWN DA 9 GIORNI NEGLI USA
Ma Trump non demorde ed attende che i democratici facciano un passo indietro, come ha sottolineato anche la consigliera dell’inquilino della Casa Bianca, Kellyanne Conway, sottolineando come il presidente sia già sceso a compromessi, tagliando il budget iniziale per la costruzione del muro dai 25 miliardi di dollari, a 2.5. Sulla vicenda si è espresso anche il senatore repubblicano Graham, che si è auspicato che i democratici trovino un accordo, ricordando come in passato gli stessi votarono a favore della costruzione di alcune barriere lungo il confine sud: «Non c’è niente di immorale – ha ammesso – in un muro alla frontiera».