Il Festival di Sanremo 2019 è ancora lontano, ma scoppia già un caso. Verte attorno all’esclusione di “Caramelle”, brano scritto da Pierdavide Carone con i Dear Jack. Parla di pedofilia dal punto di vista di due vittime di 10 e 15 anni. Subito candidata per la kermesse, nonostante numerosi apprezzamenti arrivati da più parti, non ha superato la selezione. Lo ha raccontato l’ex alunno di Amici 2010, esprimendo tutta la sua amarezza per l’eliminazione. «Sono molto deluso, in primis da Claudio Baglioni. È un cantautore e mi sarei aspettato più empatia visto il tema del brano». Tra l’altro Carone, che con il direttore artistico di Sanremo aveva anche duettato, aveva cantato di prostituzione con Lucio Dalla all’Ariston. Pierdavide Carone parla al Corriere della Sera di «censura» e prova a darsi una spiegazione. «Forse è perché sia io che i Dear Jack veniamo dai talent: al Festival puoi andare ma con cose più frivole. Per un certo establishment una canzone così va bene per un artista che le somiglia anche fisicamente, con il taglio di capelli giusto, la barba giusta… Molto triste».
“CARAMELLE”, BRANO SU PEDOFILIA ESCLUSO DA SANREMO
Dopo la bocciatura di Sanremo, il brano “Caramelle” di Pierdavide Carone e Dear Jack è stato lanciato ed è stato subito successo. Ma ciò non basta a metabolizzare la delusione per l’esclusione dal Festival. «È più facile dire di sì a un argomento scottante quando c’è il patrocinio di un gigante della musica. Se avessi portato “Caramelle” con una star della musica, l’avrebbero presa. So che era piaciuta, dunque il problema era in chi la presentava: è grave e anche un po’ razzista. Servono gli abiti giusti per fare i monaci?». Il riferimento è appunto al duetto con Lucio Dalla. In tanti hanno sostenuto pubblicamente il brano: dai Negramaro a Giorgia, dai Tiromancino ad Ermal Meta ed Elisa, giusto per citarne qualcuno. «Il nostro intento non è certo speculare su un trauma, ma denunciare un orrore, qualcosa che d’improvviso può sconvolgere la vita di chiunque», chiarisce Pierdavide Carone al Corriere della Sera. Lorenzo Cantarini dei Dear Jack attacca anche la Rai: «Abbiamo avvertito davvero una censura, anche da parte dalla Rai».