Secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung, i vari leak di Angela Merkel riguarderebbero un indirizzo mail, diverse lettere inviate, un numero di fax ricevute dalla cancelliera: in realtà, poche ore dopo, la portavoce della Cancelliera (Martina Fiez, ndr) ha smentito che siano stati pubblicati dati reali del Primo Ministro tedesco, anche se i media proseguono nel ritenere come «siano state pubblicate mail private, ma anche numeri di cellulari e indirizzi privati. Tutto il governo, compresa la cancelliera Angela Merkel, è stato colpito dall’attacco hacker». Stando a quanto riportato invece dalla Bild, l’account Twitter che ha diffuso i teak provenienti dal cyberattacco avvenuto prima di Natale sarebbe collegato ad una piattaforma di Amburgo: al momento non si hanno però ipotesi certe o nominativi che si celerebbero dietro all’attacco hacker, nonostante le piste investigative siano già parecchie e vedono nella Russia e nell’estrema destra le “ipotesi” maggiori.
BOMBA ALLA SEDE DELLA AFD (SALVATI DALL’HACKERAGGIO)
Lo scandalo del cyberattacco hacker ai politici di mezza Germania sta facendo molto rumore, non solo in patria: per di più, dopo le notizie dell’Afd “salvata” dal furto di dati sensibili, è di poche ore fa lo choc per un ordigno esploso davanti alla sede del partito di ultradestra a Doebeln in Sassonia. Nessun ferito, ma è il clima incandescente a preoccupare in vista delle prossime elezioni locali e soprattutto Europee, con la Merkel sotto la “stretta” dei partiti in opposizione specie sul fronte Verdi e appunto Afd. L’attacco hacker intanto ha colpito anche la stessa Cancelliera, come conferma la Bild proprio pochi minuti fa: «Tra i dati della cancelliera tedesca diffusi online ci sarebbero il suo numero di fax, il suo indirizzo mail e corrispondenza a lei destinata e da lei inviata», riporta l’Adnkronos anche se resta da chiarire l’autenticità o meno dei dati pubblicati. Primo intervento ufficiale arriva dal Ministro della Giustizia, Katarina Barley, che spiega «hackeraggio un grave attacco alla democrazia. L’autore dell’attacco vuole danneggiare la fiducia nella nostra democrazia e nelle nostre istituzioni. Ai criminali e a quanti li sostengono non dovrebbe essere permesso di dettare il dibattito nel nostro Paese».
CYBERATTACCO HACKER IN GERMANIA
Il più grande furto di dati sensibili alla maggioranza dei politici nazionali del Bundestag e non solo: quello scoperto in Germania è un attacco hacker “choc” con vittime illustri come il Presidente della Repubblica Steinmeier, ma anche giornalisti, comici e musicisti sono stati “derubati” dei propri dati, mail, chat, numeri di telefono e codici finanziari. Tutto diffuso online nella ormai consueta “usanza” dei leaks derubati e poi ripubblicati per violare la sicurezza di quasi tutti i partiti politici del Paese (escluso il partito di destra Afd). Sono stati coinvolti infatti Cdu, Csu, Spd Verdi, Fdp e Linke, con il partito della Cancelliera Angela Merkel il più bersagliato tra i politici colpiti dall’attacco hacker su larga scala, il più grande ripetiamo della storia della Germania. Stando a quanto riferiscono i media tedeschi, sono stati diffusi online i numeri di cellulari, i dati di carte d’identità, ma anche chat, lettere, conti e informazioni di carte di credito. Sulle modalità di furto, pare che gli hackers abbiano utilizzato Outlook per accedere poi ai profili social e personali dei vari politici ove utilizzavano le medesime password d’accesso.
COLPITO ANCHE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Pare che i dati sensibili rubati ai politici e personaggi famosi tedeschi siano stati resi pubblici già a Natale su Twitter e su altri social, ma i gruppi parlamentare e i singoli deputati sono stati informati solo ieri: la matrice dell’attacco hacker in Germania ancora non è chiara, ma si sospetta di gruppi di estrema destra visto il mancato coinvolgimento dell’Afd dal furto dei dati. Ovviamente resta ancora da verificare che tutti i dati pubblicati siano effettivamente reali e non siano invece stati “inventati” per gettare fumo negli occhi dell’opinione pubblica: la Cdu è il partito più colpito con 405 i parlamentari e politici finiti sotto attacco, mentre seguono la Spd (294), i Verdi (105), la Linke (82) e la Fdp (28). Colpiti poi due leader ambientalisti anti-destra, come Robert Habeck (capo dei Verdi) e Juergen Resch, il leader della Umwelthilfe, la Protezione ambientale. La “sempiterna” Russia viene vista come pericolo n.1 per l’origine dell’attacco hacker, ma non solo: pare che anche altri gruppi di estrema destra o anarchici possano essere alla base del clamoroso leak.