Inps e Inail verso il commissariamento. L’ipotesi sta prendendo corpo: il governo M5s-Lega vorrebbe dare un taglio alla figura monocratica per tornare alla struttura collegiale, riportando in vita il consiglio di amministrazione eliminato nel 2010 dal governo Berlusconi con l’articolo 7 del decreto 78. Non si sa ancora però se sarà a sei membri più il presidente. Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, si potrebbe anche optare per la formula 3+1. La governance manterrebbe in vita il Consiglio di Vigilanza e il Collegio dei sindaci revisori, mentre al direttore generale resteranno affidate le responsabilità di gestione. Gli attuali vertici hanno scadenze molto distanti. Il numero uno dell’Inps Tito Boeri è in scadenza (16 febbraio), quello dell’Inail Massimo De Felice termina il mandato quadriennale nel 2020. Se la riforma dei due enti, previdenza e assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, andasse in porto, i due istituti potrebbero essere guidati da un commissario, in attesa delle nuove nomine.
INPS E INAIL VERSO COMMISSARIAMENTO: TORNANO CDA
La prospettiva di avviare le due nuove governance con un intervallo superiore ad un anno non avrebbe precedenti. Inoltre, soprattutto per Inps, il cambio arriverebbe in un momento complicato, visto che coinciderebbe con l’attuazione di Quota 100 e del Reddito di cittadinanza. C’è poi un altro aspetto da considerare, cioè il costo dell’operazione. Se il governo decidesse di non variare le spese, gli emolumenti attualmente riconosciuti ai presidenti andrebbero divisi per i sei componenti dei Cda. Si parla di 100mila euro annui lordi. Come riportato dal Sole 24 Ore, di una nuova governance per Inps e Inail si parla anche in un disegno di legge presentato alla Camera su cui ci sono state audizioni recentemente. «Quella attuale è una fase nella quale sarebbe necessaria stabilità. Mi preoccupa che non ci sia ancora certezza sulla governance dell’Inps», il commento del presidente del Civ dell’Istituto, Guglielmo Loy, secondo cui servono «risposte immediate» dal governo. Ci vogliono «certezze» per programmare l’attività.