Dopo l’invio degli ispettori ministeriali da parte della titolare del dicastero della Salute, Giulia Grillo, e gli accertamenti degli stessi Nas che avrebbero escluso dei legami con gli altri tre casi di decessi di neonati, è comunque ancora polemica attorno agli Spedali Civili di Brescia dove nelle ultime ore è deceduto un quarto bimbo che aveva solo 2 ore e mezzo di vita. Per questo motivo la Regione Lombardia, attraverso l’Agenzia di Tutela della Salute del capoluogo bresciano, su mandato della Direzione Generale del Welfare, ha deciso di dare vita a una commissione di inchiesta che avrà il compito di accertare le cause dei vari decessi, individuando anche le varie responsabilità. Ad annunciarlo è stato lo stesso Giulio Gallera, assessore al Welfare, spiegando come gli esperti della commissione siano già al lavoro sulle cartelle cliniche messe a loro disposizione. (agg. di R. G. Flore)
NAS AL CIVILE, “NESSUN LEGAME”
La situazione agli Spedali Civili di Brescia sembra precipitare con il passare delle ore: dopo la morte del piccolo Marco, per il quale l’autopsia è stata rinviata a domani, arriva la notizia di un altro decesso sospetto. Come riferisce Corriere della Sera nell’edizione online, salgono quindi a quattro i casi di decessi tra neonati nell’ospedale bresciano nel giro di poche settimane. L’ultimo lo scorso sabato: il piccolo sarebbe stato portato in reparto dopo la nascita ma non è sopravvissuto. Anche su questo quarto caso di morte sospetta, l’ospedale bresciano ha disposto accertamenti. Intanto il Ministero della Salute e la Regione Lombardia vogliono fare totale chiarezza ed a loro si affianca anche la procura che ha già aperto un’inchiesta per omicidio colposo ancora senza indagati. Lo stesso Ministero nelle passate ore ha inviato i Nas insieme agli ispettori romani, giunti questa mattina agli Spedali Civili di Brescia per raccogliere l’intera documentazione relativa alle morti dei primi tre neonati. L’Ospedale in merito si è già ampiamente difeso spiegando che non è alcun rischio di epidemia in atto e smentendo un collegamento tra la morte di Marco e quelle che sono state registrate in precedenza. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
MADRE DEL PICCOLO MARCO “NON ACCUSO MA VOGLIO LA VERITÀ!”
In una lettera, la madre del neonato morto in ospedale a Brescia ha chiesto dignitosamente “la verità” su quanto accaduto, al fine di ricostruire quanto realmente accaduto. Accertare i fatti, potrebbe aiutare anche a fare chiarezza su altri casi avvenuti sempre agli Spedali di Brescia nelle ultime settimane e prima ancora. La donna, come riferisce Repubblica.it, non lancia accuse ma è ferma nel voler conoscere la verità. A tal fine ha inviato un messaggio a Bresciaoggi descrivendo con esattezza quanto è accaduto dalla nascita del suo bambino fino al decesso causato da una infezione. Il piccolo Marco è nato prematuro alla 30esima settimana con parto cesareo e subito trasferito in terapia intensiva. “Brescia. Marco subisce un pneumotorace dal quale piano piano ne usciamo. Inizia a mangiare e crescere, da 1050 grammi arriviamo a 1500, iniziamo a poterlo tenere un po’ in braccio e a toglierlo quindi dalla termoculla”, racconta la madre. Dal 29 dicembre scorso però la situazione precipita in seguito ad una infiammazione riscontrata. “La mattina dopo, il 30, mi chiamano e mi dicono che il bambino è peggiorato e hanno dovuto intubarlo a causa di uno shock septico, quando arrivo in ospedale noto che nella stanza manca la culla di una bimba e scopro poco dopo che la piccola è morta durante la notte”, prosegue la madre. Da lì la situazione precipita: “Mi dicono che Marco ha preso un batterio, non si sa quale e parlano di sepsi, fatto sta che da quel giorno è il declino, Marco non respira più autonomamente, non fa pipì ed iniziano una serie di terapie che però non portano a grandi risultati”. Il 5 gennaio, poco dopo le 18.00 il cuoricino di Marco ha smesso di battere. “Non accuso nessuno di negligenza, ma voglio sapere cosa è accaduto, visto che ho esposto anche al primario dei dubbi sulla sterilità e su alcune cose secondo me poco adeguate in un reparto simile. Mio figlio non c’è più ma altri bambini potrebbero star male”, ha concluso la madre. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
GALLERA: “COMMISSIONE D’INCHIESTA”
Sul delicato caso bresciano dei tre neonati morti in una sola settimana agli Spedali Civili, interviene anche l’Assessore alla Sanità della Regione Lombardia Giulio Gallera: «Al fine di avviare tutti i controlli necessari per accertare le cause dei tre decessi», ha fatto sapere il potente responsabile del Sistema sanitario tra i più sviluppati e rinomati d’Europa. «Anche la direzione strategica dell’Asst degli Spedali Civili di Brescia – ha spiegato Gallera – ha avviato i controlli interni per fare chiarezza sui decessi. Da questi primi controlli è emerso che i quadri clinici rimandano a condizioni di malattia differenti e non appaiono correlati»: all’Ansa poi l’assessore ha confermato di aver dato subito mandato all’Ats Brescia di attivare una Commissione d’inchiesta regionale «al fine di avviare i controlli sulle procedure messe in atto».
MINISTRO GRILLO INVIA I NAS E GLI ISPETTORI
La morte di un nuovo neonato ha riacceso l’incubo infezioni presso gli Spedali Civili di Brescia. Proprio qui la scorsa estate vi fu una vera e propria epidemia causata dal batterio serratia marcescens che provocò la morte di un neonato e altri 10 furono infettati. Anche Marco è morto in seguito ad una infezione, e il suo rappresenta il terzo caso in poche settimane. Quanto basta per aver spinto il ministro della Salute Giulia Grillo a inviare a Brescia i Nas e gli ispettori al fine di fare luce sull’accaduto. “È necessario fare chiarezza per capire se ci sia correlazione tra i diversi casi”, ha spiegato la Grillo, come riferisce Repubblica.it. Non è mancata chiaramente la sua vicinanza ai genitori dei piccoli deceduti in ospedale. “Lo dobbiamo a questi bambini che non hanno fatto in tempo ad affacciarsi alla vita, ai loro familiari che abbraccio in questo momento di dolore, e anche a chi lavora con impegno e serietà ogni giorno in una struttura eccellente com’è l’ospedale bresciano”, ha proseguito il ministro. Intanto dall’ospedale di Brescia è calato il massimo riserbo su questo ultimo caso e sui due precedenti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
NEONATO MORTO PER INFEZIONE: TERZO CASO IN POCHE SETTIMANE
Un neonato è morto a Brescia nelle scorse ore. Il bambino era nato prematuro il 4 dicembre, poco più di un mese fa, ed era ricoverato in terapia intensiva presso la struttura degli Spedali Civili. Come riferito da diversi organi di informazione online, a cominciare dall’agenzia Ansa, il neonato (che si chiamava Marco), è morto a causa di una gravissima infezione di cui però non si conoscono ancora le cause. Il 29 dicembre scorso il neonato aveva avuto uno choc settico, poi la situazione era degenerata fino al decesso. La notizia è data dal quotidiano il Giornale di Brescia, che spiega come sul corpo della piccola vittima sia stato disposto l’esame autoptico che verrà eseguito nella giornata di lunedì prossimo. La madre del bambino, uscendo allo scoperto, ha spiegato: «Vogliamo la verità, non attacchiamo nessuno ma vogliamo capire come sia accaduto». Nel frattempo sta indagando la procura bresciana, che vuole cercare di capire se vi siano eventuali responsabili e colpevoli in merito a questa morte troppo prematura.
BRESCIA, NEONATO MUORE IN OSPEDALE
A far scattare l’allarme, il fatto che si tratti del terzo decesso nel giro di una settimana: altri due neonati erano infatti morti negli scorsi giorni agli Spedali Civili, ma stando a quanto spiegato dalla stessa struttura ospedaliera i tre casi non sarebbero collegati fra loro. L’ospedale bresciano era finito alla ribalta delle cronache già la scorsa estate, quando il reparto di terapia intensiva venne chiuso per via di una grave infezione causata da un batterio, che aveva provocato la morte di un altro bambino. Per quella vicenda sono state iscritte sul registro degli indagati 16 persone, tutto il personale medico-sanitario del reparto interessato. E’ possibile che anche in questa occasione si iscrivano gli stessi medici e infermieri e che le due inchieste vengano unite in una sola.