Ci hanno messo tre anni ma alla fine i docenti delle scuole paritarie hanno avuto ragione: il Tar del Lazio ha riconosciuto in questi giorni la validità del servizio pre-ruolo nelle scuole non statali, annullando di fatto l’ordinanza del Miur che le “declassava”. Da ora, oltre 300mila insegnanti potranno fare ricorso chiedendo i risarcimenti per svariati miliardi di euro (complessivi, ovviamente). «Non c’è ragione «per discriminare tra servizi aventi per legge la medesima dignità e le medesime caratteristiche», si legge nell’ordinanza del Tribunale Amministrativo del Lazio, con i colleghi di Avvenire che hanno dato l’annuncio stamane dopo lo spinoso caso aperto da oltre tre anni. In pratica, il Ministero dell’Istruzione non voleva riconoscere docenti di scuole paritarie nel loro intero punteggio pre-ruolo svolto per l’appunto negli istituti non statali: Il Tar ha invece accolto il ricorso contro l’ordinanza del Miur che “bloccava” il pieno accesso a quei punteggi, aprendo la strada a numerosi altri ricorsi che ora potranno essere presentati per avere risarcimenti.
LA VITTORIA DEI DOCENTI
Il “nodo” avveniva dopo il passaggio dei docenti dalle paritarie alle statali tramite la mobilità della Buona Scuola: il Miur non riconosceva quei punteggi per il ruolo, il Tar ha ribaltato tutto annullando quella ordinanza. «Finalmente si sta per chiudere un vergognoso capitolo di discriminazioni. È davvero sconfortante che si debba ricorrere a un tribunale per vedere tutelati dei diritti sacrosanti», spiega la portavoce del Comitato nazionale per il riconoscimento del servizio prestato nella scuola paritaria, Filomena Pinca ad Avvenire. L’avvocato che ha invece curato l’intero ricorso, Angela Maria Fasano, spiega che la sentenza del Tar è storica perché finora erano arrivate solo decisioni negative che non riconoscevano tali diritti. Il Tribunale ha invece finalmente “ricostruito” la carriera degli ex docenti delle paritarie che una volta assunti dallo Stato non vedevano riconosciuti gli scatti stipendiali per gli anni di servizio prestati in istituti non statali: un danno da oltre 2,5 miliardi di euro, considerando solo gli insegnanti che avevano maturato tra i 9 e i 15 anni di servizio nelle scuole paritarie, ovvero il 30% del totale dei 300mila possibili ricorrenti ora. Il concetto di parità viene finalmente riconosciuto, anche se tramite un Tar che ha dovuto “ricordare” cosa dice la Costituzione e la legislazione italiana: il termine “paritaria” è detto proprio così proprio perché “pari” ruolo nello svolgere il servizio pubblico scolastico come le statali. Ma spesso ce ne si “dimentica”..