Si svolgerà ad Ivrea il processo per diffamazione che vede imputati Barbara d’Urso e due altri giornalisti Mediaset in seguito ad una querela giunta dopo la messa in onda di un servizio sul delitto di Gloria Rosboch a Pomeriggio 5. A darne notizia è Corriere.it che spiega come siano state respinte le richieste delle difese che chiedevano lo spostamento della competenza al tribunale di Milano. Nulla di fatto, dunque, poichè il processo continuerà ad Ivrea ed in merito è già stata fissata la data di partenza, ovvero il prossimo 14 maggio alle 9.00 in punto per l’udienza che vedrà l’esame dei primi testimoni nominati dall’accusa. Oltre a Barbara d’Urso il processo vedrà sul banco degli imputati anche i giornalisti del programma Pomeriggio 5, Alessandro Cracco e Alessandro Banfi. Le accuse hanno a che fare con un servizio trasmesso il 2 marzo 2016 sulle presunte relazioni amorose di Gabriele Defilippi, giovane killer reo confesso di Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte uccisa il 13 gennaio dello stesso anno insieme al complice Roberto Obert. Proprio sul delitto Rosboch, la d’Urso ha dedicato diversi servizi nel corso degli ultimi anni.
BARBARA D’URSO, PROCESSO PER DIFFAMAZIONE: LE ACCUSE
A difendere Barbara d’Urso e gli altri due imputati nel processo per diffamazione è l’avvocato Salvatore Pino il quale si è visto respingere la richiesta di spostare la competenza al tribunale di Milano. La denuncia a Pomeriggio 5 è giunta da parte di una donna, costituitasi parte civile, residente nel Basso Canavese e che si sarebbe sentita presa in causa proprio nel corso di un servizio sul delitto Rosboch. Secondo la sua accusa, nella puntata trasmessa a poche settimane dall’omicidio, venivano approfonditi uno dei tanti aspetti controversi della torbida vita di Gabriele Defilippi, puntando soprattutto sulle sue relazioni amorose, spesso avute con donne più grandi di lui, a lui succubi e di uso di sostanze stupefacenti. Il servizio di Pomeriggio 5, spiega Corriere.it, aveva parlato anche delle numerose figure femminili che ruotavano attorno alle frequentazioni del giovane tra cui tale “Chicca” che, sempre secondo il servizio, non solo avrebbe avuto una relazione con il ragazzo ma lo avrebbe anche indotto al consumo di droga. Fatto che, secondo la donna, non sarebbe affatto vero. Il procedimento si è già aperto la scorsa estate ma adesso potrà iniziare ufficialmente con la data fissata al mese di maggio, sempre presso il tribunale di Ivrea.