Invece che disinnescare lo scontro all’interno del Governo, la decisione di Malta di far sbarcare le 49 persone a bordo delle navi Sea Eye e Sea Watch, da ripartire tra 8 paesi tra cui l’Italia, ha rischiato di farlo esplodere. Ieri da Varsavia Matteo Salvini aveva fatto sapere di non essere stato consultato e di non aver intenzione di autorizzare l’arrivo di migranti. Tutto questo dopo che il premier Giuseppe Conte, in tv, aveva sfidato la posizione intransigente del ministro dell’Interno dicendosi pronto a inviare un aereo per accogliere in Italia le donne e i bambini a bordo delle due navi. Stanotte, dopo un vertice di governo voluto dal capo della Lega, è stata raggiunta una mediazione: l’Italia accoglie 10 migranti, che saranno affidati alla Chiesa valdese, ma solo dopo che saranno ricollocati 200 richiedenti asilo, attualmente ancora in Italia, che alcuni paesi europei (tra cui Germania e Olanda) si erano impegnati a ricevere. Ma i migranti non sono l’unica spina nel fianco della maggioranza. Occorrerà capire la posizione della Lega, che ha detto di non voler dare il proprio via libera al decreto su Quota 100 e reddito di cittadinanza se non ci saranno “interventi diretti per l’innalzamento delle pensioni di inabilità né adeguati aiuti alle famiglie con disabili e numerose”, come ha spiegato il ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana. Francesco Forte, economista ed ex ministro delle Finanze, non ha dubbi: la rottura tra Lega e M5s è imminente, ci sono frizioni sia dal punto di vista politico che economico.
Quali sono le frizioni dal punto di vista economico?
La più significativa è quella sull’alta velocità, perché, come ho già spiegato, la ripresa dell’economia ligure, e di conseguenza di Carige, dipende molto dalla realizzazione di infrastrutture che tra l’altro servono a moltissime imprese del nord Italia. Senza dimenticare il momento difficile che stanno attraversando le aziende del settore delle costruzioni: bloccare le grandi opere non le aiuta e mette a rischio dei posti di lavoro. Sabato a Torino ci sarà un’altra manifestazione dei Sì Tav e le regioni leghiste sono favorevoli all’Alta velocità, quindi Salvini non ha molta scelta sulla posizione da prendere. Vedremo cosa faranno Toninelli e i 5 Stelle.
E invece dal punto di vista politico?
Dal punto di vista politico la frizione più importante è quella che abbiamo visto tra Conte e Salvini. Naturalmente c’è una forte responsabilità europea, ma è politicamente grave che ci siano presidente del Consiglio e vicepresidente del Consiglio in così forte disaccordo. È una situazione che abbiamo visto in Italia, nell’epoca in cui si facevano e disfacevano i governi, nei momenti delle rotture. Allora di norma c’erano dei rimescolamenti all’interno della maggioranza, magari si trattava di capire se uscivano i socialisti ed entravano i repubblicani o viceversa, se c’era Andreotti piuttosto che Fanfani. Non mi sembra però che questa sia una strada ora percorribile. Tra l’altro c’è da evidenziare una cosa importante riguardo al premier.
Quale?
Conte ha smesso di fare l’arbitro e vedendo le debolezze e i pasticci di Di Maio e approfittando della situazione sta presentandosi come leader della coalizione per conto dei 5 Stelle. D’altra parte è stato scelto proprio da M5s. Lo scontro tra le due anime del Governo lo vediamo anche su reddito di cittadinanza e Quota 100: ciascuna delle due mi sembra stia cercando di “depotenziare” nel decreto in via di approvazione la misura che aggrada di più l’altra. Questa lotta che si pensava potesse essere contenuta, ora rischia di esplodere.
La rottura può arrivare prima di maggio o l’appuntamento con le elezioni europee obbliga i due partiti a stare insieme?
È la domanda che mi pongo anch’io, perché in effetti abbiamo una tensione non prevista. Certo Salvini cavalca i temi dell’immigrazione e della sicurezza da tempo con una certa “irruenza”, ma la posizione assunta da Conte è un po’ una “novità”. Questa tensione può contribuire a far saltare l’alleanza di governo prima del voto. Non è detto quindi che non accada, magari per circostanze da loro non previste. Una delle quali può essere l’intervento su Carige.
Si spieghi meglio.
L’intervento è sacrosanto e persino tardivo, visto che poteva precedere il commissariamento da parte della Bce, ma ha generato contro i 5 Stelle un’ondata di critiche, anche interne, visto che avevano sostenuto che le banche non vanno aiutate. Non a caso con la Legge di bilancio è aumentato il carico fiscale per le banche.
Quindi potrebbero essere più i 5 Stelle a staccare la spina o invece la Lega di fronte alle contraddizioni interne di M5s?
Il quesito vero è proprio questo. Un’indicazione importante l’avremmo potuta avere nel caso Conte avesse forzato la mano mandando veramente un aereo a prendere i migranti. A quel punto cosa avrebbe fatto Salvini? Ma anche ora sarà interessante vedere cosa accadrà dopo il loro sbarco a Malta. Resta il fatto che queste fibrillazioni stanno avendo un effetto negativo sullo spread, che resta su livelli poco tranquillizzanti. E anche l’intervento su Carige non giova affatto allo spread, perché ha fatto emergere una nuova incertezza e la possibilità di un aumento del debito pubblico. Abbiamo quindi una situazione esplosiva in un periodo in cui dobbiamo continuare a collocare titoli di stato, in un contesto internazionale di crisi, con il rallentamento dell’economia tedesca che non giova certo alle nostre imprese.
(Lorenzo Torrisi)