Neppure una condanna definitiva è davvero definitiva in Italia. Lo sa bene Pasquale Locatelli, alias Mario di Madrid. Fu estradato per un verdetto definitivo, ma quella sentenza è stata annullata, e ora va scarcerato, come riportato dal Corriere della Sera. Il 66enne, nato ad Almenno San Bartolomeo ma un tempo di casa a Brembate Sopra, negli anni ’90 fu uno dei principali narcotrafficanti internazionali. Era l’anello di congiunzione tra il Sudamerica e l’Europa. Dopo un’inchiesta sul traffico di stupefacenti è stato condannato a 26 anni di carcere in via definitiva, per questo tre anni dopo è stato estradato in Italia. Il suo avvocato, Vito Felici, aprì però un incidente di esecuzione. Nel ricorso si opponeva all’applicazione della condanna sostenendo che il suo assistito, allora latitante in Spagna, non aveva potuto difendersi perché i suoi legali non erano stati informati del procedimento in corso. La Cassazione ad aprile aveva respinto il ricorso, ma il legale è tornato alla carica in Corte d’appello, a Milano, con altri elementi. Si parla di «un difetto di notifica della citazione a giudizio in primo grado e anche della sentenza d’appello in contumacia». Lo scrive la stessa Corte nell’ordinanza del 17 maggio dell’anno scorso.
PASQUALE LOCATELLI, ANNULLATA CONDANNA A 26 ANNI
Il ricorso è stato accolto: vengono annullati tre processi, in primo, secondo e terzo grado, con maxi sentenza sempre confermata. Nel verdetto imperniato su 12 capi di imputazione si parla di tonnellate di droga in mezza Europa, da Antibes a Erbusco, da Milano a Brema. La decisione è a dir poco clamorosa, ma trapela anche un tentativo continuo di tenere in carcere Pasquale Locatelli, una «persona con numerosi e rilevanti precedenti, senza soluzione di continuità dal 1975». L’ordinanza di custodia cautelare applicata dalla Corte d’Appello, su richiesta della procura generale, è stata annullata dal tribunale del Riesame, ma lo stesso tribunale ha citato un’altra sentenza definitiva, a 11 anni, del tribunale di Napoli, per la quale Locatelli resta in carcere. «Il processo a Milano si rifarà a partire da marzo – ha dichiarato il suo avvocato al Corriere della Sera -. Ma adesso deve essere liberato. Era stato estradato sulla base della condanna a 26 anni, che è stata annullata. E comunque, anche sul verdetto di Napoli chiederemo l’inefficacia».