IL PD PROTESTA IN PIAZZA
Il Partito democratico scende oggi in piazza per dire no alla manovra approvata dal Governo, anche per quel che riguarda la riforma delle pensioni con Quota 100. “Aumentano le tasse; si fermano gli investimenti; si tagliano le pensioni e i fondi per le infrastrutture, la scuola e la cultura. A pagare il conto più salato sono i lavoratori, i pensionati, le imprese e addirittura il mondo del volontariato”, rimarca il Pd. E ieri, ospite della trasmissione “Stasera Italia” in onda su Rete 4, l’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha detto che “Quota 100 è un provvedimento sbagliato che viene contrabbandato come strumento per creare occupazione mentre non la crea e, probabilmente, la ridurrà. Tutta l’evidenza che abbiamo ci dice che nei Paesi dove l’età pensionabile viene ridotta, aumenta la disoccupazione giovanile. Smettiamo di illudere la gente”. Il deputato dem ha anche detto che gli sembra assurdo che un’azienda possa assumere 2-3 persone a fronte di un pensionato con Quota 100 come il Premier Conte ha detto che farà Eni.
LE CRITICHE A QUOTA 100
Elsa Fornero, intervenendo ieri alla trasmissione “Stasera Italia”, in onda su Rete 4, ha parlato di riforma delle pensioni e reddito di cittadinanza. “Devo dire che mentre si comprende il bisogno di solidarietà verso chi soffre, è meno comprensibile l’idea di offrire in maniera generalizzata la possibilità di un pensionamento anticipato, con quota 100, oppure ripristinando la famosa anzianità dal 2022. Il che, per altro, può restare una promessa sulla carta, perché si vedrà se le risorse basteranno”, ha detto l’ex ministro del Lavoro, secondo cui “l’idea di sbandierare il diritto alla pensione dopo 40 anni è pericolosa, perché non siamo un Paese ricco di tante risorse e quindi quello che possiamo spendere nella Legge di bilancio dobbiamo spenderlo a ragion veduta”. Critiche in tv alla Quota 100 sono arrivate anche da Valeria Fedeli, che ha evidenziato davanti a Claudio Durigon, presente in studio, come le misure del Governo siano penalizzanti per le donne e non tengano conto della gravosità del tipo di lavoro che si svolge.
DAMIANO APPOGGIA I SINDACATI
I sindacati sono pronti a scendere in piazza il 9 febbraio per sostenere la piattaforma unitaria, che riguarda anche la riforma delle pensioni, e chiedere al Governo di riaprire il confronto. Per Cesare Damiano si tratta di “una decisione giusta che segue il mancato rispetto dell’impegno preso dal presidente del Consiglio. Il Governo gialloverde ha mostrato di ignorare il ruolo dei corpi intermedi e, nella realtà, ha rifiutato di condurre un confronto con i sindacati sui temi critici per lo sviluppo del Paese come quelli del lavoro, delle pensioni, del fisco, degli investimenti per le infrastrutture e delle politiche per i giovani, per le donne e per il Mezzogiorno”. Secondo l’ex ministro del Lavoro, “la confusione con la quale si è svolto l’iter della legge di Bilancio, l’incertezza sui provvedimenti chiave per il Governo, come ‘Quota 100’ e ‘Reddito di cittadinanza’, dovrebbero suggerire alla maggioranza un radicale cambio di atteggiamento”. Dal suo punto di vista, “varare un Decreto che riguarda temi sociali come le pensioni e la povertà, senza ascoltare le parti sociali, è un errore madornale”.
LE PAROLE DI GIUSEPPE CONTE
Giuseppe Conte, nel suo intervento agli stati generali dei consulenti del lavoro, ha parlato della riforma delle pensioni con Quota 100, evidenziando che si tratta di un intervento necessario non solo per superare la Legge Fornero, ma anche per fare in modo che ci sia un ricambio generazionale nel mercato del lavoro. A questo proposito il Premier ha voluto rivelare che Eni ha già fatto sapere al Governo che per ogni lavoratore che andrà in pensione con Quota 100 quest’anno ci saranno due o tre assunzioni. Conte ha anche anticipato che presto convocherà ancora i vertici delle società partecipate dallo Stato per valorizzare al massimo le misure che saranno all’interno del decreto riguardante Quota 100 e il reddito di cittadinanza. Il Premier ha anche ricordato i provvedimenti varati per incentivare la crescita e l’occupazione, tra cui gli investimenti. “Sono previsti degli sgravi fiscali per chi assume e investe in nuovi strumenti”, ha detto, sottolineando che anche la semplificazione ha un ruolo importante nel rilancio dell’economia.
I RISPARMI CON IL BLOCCO DELLE INDICIZZAZIONI
In un articolo pubblicato su lavoce.info, Carlo Mazzaferro affronta un tema della riforma delle pensioni che sta facendo molto discutere: il blocco parziale delle indicizzazioni per gli assegni sopra i 1.500 euro al mese. Il Professore di Scienza delle finanze ricorda che questa misura “porterà allo Stato un flusso di risorse pari a 415 milioni di euro nel 2019 e, rispettivamente, a 1.222 e 2.014 milioni nel 2020 e 2021. I risparmi crescono negli anni poiché gli effetti della mancata indicizzazione si cumulano nel tempo”. Quel che è interessante è che “un quarto dei risparmi di spesa avverrà a carico delle pensioni molto alte, ovvero quelle superiori a nove volte il trattamento minimo. In definitiva dunque un intervento realizzato su una platea ampia e con un’incidenza bassa, riesce a realizzare un ammontare di risorse non trascurabile, soprattutto se confrontato con quello ottenuto dal più sbandierato provvedimento sulle pensioni d’oro. Il tutto senza che l’onere dell’operazione sia presumibilmente percepito da chi lo pagherà”.
RIFORMA PENSIONI, LE CRITICITÀ PER LA SCUOLA
La riforma delle pensioni con Quota 100 porterà sicuramente delle novità, ma potrebbe anche creare delle criticità per alcune categorie. Maddalena Gissi ricorda in particolare che “il personale della scuola, per le particolari condizioni che ne regolano la cessazione dal servizio, ha dovuto presentare le domande di collocamento in pensione già entro il 12 dicembre scorso. Domande che sono state fatte avendo a riferimento i requisiti in quel momento necessari: se questi cambiano, non può essere che il personale scolastico debba attendere un anno in più per potersi avvalere delle nuove opportunità. Va dunque prevista una riapertura dei termini, pena il verificarsi un’intollerabile discriminazione”.
La Segretaria generale della Cisl Scuola evidenzia anche la necessità di “prendere le misure opportune perché in caso di un esodo consistente di docenti e personale Ata va garantita la piena copertura dei vuoti in organico che potrebbero determinarsi. Mettendo mano, se necessario, a procedure di reclutamento su cui gli interventi legislativi fin qui prodotti si sono rivelati non risolutivi”. La sindacalista ricorda però che non c’è solo il problema di quota 100, perché il decreto legge abbassa di 5 mesi i requisiti contributivi per l’accesso alla pensione anticipata, condizioni diverse da quelle cui si è dovuto attenere chi ha fatto domanda a dicembre, compresi gli insegnanti della scuola dell’infanzia. Per Gissi è “doveroso evitare discriminazioni a danno del personale scolastico: si dia l’opportunità di fare domanda a tutti coloro che possiedono i nuovi requisiti per il pensionamento”.