Nella notte tra il 13 e 14 gennaio di sette anni fa è scomparsa Roberta Ragusa. Cosa è successo? Per la Corte d’Appello è stata uccisa da Antonio Logli, che ha anche distrutto il suo cadavere. Per questo è stato condannato a 20 anni. Ora si attende la pronuncia della Cassazione. Il marito di Roberta Ragusa dal canto suo continua a difendersi dalle accuse: «L’ultima volta che l’ho vista? Era in cucina. Ricordo di aver trovato i suoi vestiti il giorno dopo appoggiati alla poltroncina di camera». Ma i giudici hanno scritto nel verdetto che la donna si sarebbe allontanata dalla casa di Gello per fuggire nei campi vicini all’abitazione dopo aver sentito la telefonata del marito e aver scoperto che l’amante era Sara Calzolaio. Il marito, anziché correrle dietro, l’aspetta. Poi la lite tra un uomo e una donna riportata dal testimone chiave. Il movente per l’appello c’è ed è economico. Ma non c’è il corpo: «Il suo mancato rinvenimento impedisce di verificare con quale mezzo sia stato cagionato l’evento morte ma non esclude certo che l’omicidio si sai realizzato».
OMICIDIO ROBERTA RAGUSA, PARLA ROBERTA BRUZZONE
Dell’omicidio di Roberta Ragusa si è occupata oggi la trasmissione “La Vita in Diretta”, che ha ripercorso le tappe dell’inchiesta e processuali. Una vicina di casa è intervenuta in collegamento: «Mi manca la sua solarità. Spesso si affacciava alla finestra per stendere il bucato e mi salutava. Era attaccatissima alla famiglia. Era una donna molto affabile, sempre gentile. Quando mia figlia prese la patente, lei si propose di accompagnarla all’esame. Era esattamente come è stata descritta». L’avvocato Nicodemo Gentile dell’Associazione Penelope spiega come si è arrivati alla condanna: «Era stretto in un imbuto emotivo che Roberto aveva scoperto. I giudici parlano anche di intrecci economici nella coppia che lo hanno portato a compiere questo omicidio di impeto. E poi ci sono una serie di scivoloni, come l’esperimento in macchina e l’intervista in cui parla dell’orario della dipartita che lui non poteva sapere». A proposito del mancato ritrovamento del cadavere, la criminologa Roberta Bruzzone ha dichiarato: «L’assenza del corpo complica la vita a chi investiga, ma non è imprenscindibile. Si può procedere con quello che resta». La Bruzzone racconta di come all’epoca tutti erano focalizzati sul disastro della Concordia, quindi in quel frangente potrebbe essersi disfatto del corpo. «L’avrà gettato in un corso d’acqua».