Cesare Battisti nel corso degli anni è stato spesso al centro di vivaci dibattiti, tra chi chiedeva lo sconto della pena dell’ergastolo in Italia e chi, invece, la sua liberazione. Nel 2004 venne organizzata una raccolta firme per sostenere l’ex membro dei Pac: 1500 persone sostennero il terrorista e tra di loro numerosi intellettuali e volti del giornalismo nostrano. Da Vauro Senesi a Giuseppe Genna, passando per Daniel Pennac, qui di seguito vi riportiamo solo alcuni di coloro che sottoscrissero l’appello: Lello Voce, poeta, Nanni Balestrini, scrittore e critico, Antonio Moresco, scrittore, Luigi Bernardi, scrittore ed editore, Marco Philopat, scrittore ed editore, Tiziano Scarpa, scrittore, Paolo Cento, deputato Verdi, Mauro Bulgarelli, deputato Verdi, Edizioni DeriveApprodi, Giovanni Russo Spena, deputato PRC, Graziella Mascia, deputata PRC, Topolin Edizioni. Uno scontro continuo, ma oggi è tanta la gioia per la sua cattura: uno su tutti Alberto Torregiani, che oggi ha incontrato il ministro dell’Interno Matteo Salvini. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LA CARRIERA DA SCRITTORE DI NOIR
Gli omicidi, le rapine, i sequestri di persona e… i gialli: Cesare Battisti durante la sua fuga all’estero è diventato uno scrittore di noir ed ha pubblicato diverse opere durante il periodo trascorso in Francia. Un giallista che elabora analisi dell’antagonismo radicale, un percorso facilitato dalla casa editrice francese Gallimard, che gli pubblica un romanzo. Molti dei suoi libri sono stati pubblicati in francese, per poi essere tradotti in italiano, portoghese e altre lingue; altri, invece, sono stati pubblicati solo in portoghese e in altre lingue straniere. Ecco i testi disponibili in italiano: Travestito da uomo, Granata Press, Bologna, 1993; L’orma rossa, Einaudi, 1999; L’ultimo sparo. Un «delinquente comune» nella guerriglia italiana, Derive-Approdi, Roma, 1998; Avenida Revolución, Nuovi Mondi Media, Ozzano nell’Emilia, 2003; Faccia al muro, DeriveApprodi, Roma, 2012. Ricordiamo inoltre che nel 2004 il regista transalpino Pierre-André Sauvageot lo ha reso protagonista del documentario Cesare Battisti, résistances. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CESARE BATTISTI ARRESTATO IN BOLIVIA
La notizia del giorno è senza dubbio l’arresto in Bolivia di Cesare Battisti: l’ex terrorista è stato fermato a Santa Cruz e ora c’è grande attesa per l’estradizione in Italia. Ma chi è l’ex membro dei Pac? E cosa ha fatto? Nato il 18 dicembre del 1954 a Cisterna di Latina, provincia di Latina, Battista si iscrive già da giovane al Partito Comunista e all’età di 18 anni viene arrestato per la prima volta, accusato di aver preso parte ad una rapina a Frascati. Trascorsi pochi mesi, finisce in manette per un sequestro di persona. Un reato tira l’altro, fino all’incontro in carcere con Arrigo Cavallina, ideologo dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo): uscito dalla cella, inizia a partecipare a una serie di azioni di eversione: è accusato di aver preso parte o fornito “copertura armata” anche a quattro omicidi sul finire degli anni Settanta.
CHI E’ CESARE BATTISTI?
Il primo di questi risale al 6 giugno 1978, vittima Andrea Santoro: il maresciallo del carcere di via Spalato viene ucciso da Battisti e una complice. Un anno più tardi arrivano gli altri tre omicidi, di cui due a Milano e uno a Mestre. Il 16 febbraio vengono uccisi il gioiellieri Pierluigi Torregiani e il macellaio Lino Sabbadin, accusati di aver sparato e ucciso in passato un rapinatore. Poche ore dopo, sempre a Milano, viene assassinato Sabbadin: Cesare Battisti in questa occasione è stato condannato per aver fornito copertura armata. Il 19 aprile del 1978, invece, vittima è Andrea Campagna: l’agente della Digos muore nella zona della Barona a Milano, con Battisti esecutore materiale. Un fiume di sangue, con il membro dei Pac condannato all’ergastolo, con sentenze passate in giudicato, per quattro delitti, due commessi materialmente, due in concorso con altri (concorso materiale e morale, secondo la legislazione d’emergenza degli anni di piombo), oltre che per vari reati legati alla lotta armata e al terrorismo.
L’ESTRADIZIONE, LA FUGA E L’ARRESTO
Arrestato nel 1979, Cesare Battisti riesce a evadere dal carcere di Frosinone nel 1981 mentre è in corso l’istruttoria. Dopo aver vissuto per un anno in Francia, a Parigi, si trasferisce in Messico con la sua compagna. In quegli anni i giudici italiani lo condannano in contumacia all’ergastolo per quattro omicidi. Tornato a Parigi, dove erano andate a vivere la moglie e la figlia nata in Messico, l’ex terrorista inizia a scrivere romanzi noir e frequenta una comunità di rifugiati nostrani. In quel periodo non ha paura a farsi vedere anche sui media, come testimoniato dall’intervista rilasciata a Porta a Porta. Nel 2004 viene concessa l’estradizione, ma Battisti sceglie di nuovo la fuga. Nel 2007 le forze dell’ordine lo rintracciano e arrestano in Brasile, ma Battista chiede e ottiene nel 2009 lo status di rifugiato politico. Dopo la bagarre processuale e le tensioni tra i due Paesi, il 31 dicembre del 2010 il presidente Lula da Silva decide di non concedere l’estradizione. La svolta arriva negli scorsi mesi, con la vittoria alle elezioni presidenziali di Jair Bolsonaro: il presidente uscente Michel Temer firma il decreto di estradizione, con Battisti che risulta latitante fino alla cattura avvenuta in Bolivia il 13 gennaio 2019.