Con l’Angelus di oggi, Papa Francesco “chiude” il periodo natalizio e riporta la Chiesa Cattolica al tempo ordinario che segue ciclicamente l’Avvento, il Santo Natale e l’Epifania del Signore: per farlo, il Pontefice lancia una breve ma densissima meditazione sul Vangelo del giorno richiamando l’assoluta centralità dello Spirito Santo non solo nel Battesimo del Signore (la festa che la Chiesa celebra ogni domenica successiva all’Epifania) ma anche per l’intera storia dell’umanità. «Nel racconto del battesimo, conferito da Giovanni il Battista a Gesù nelle acque del Giordano, vediamo anzitutto il ruolo del popolo. Gesù è in mezzo al popolo. Esso non è solamente uno sfondo della scena, ma è una componente essenziale dell’evento. Prima di immergersi nell’acqua, Gesù si “immerge” nella folla, si unisce ad essa assumendo pienamente la condizione umana, condividendo tutto, eccetto il peccato. Nella sua santità divina, piena di grazia e di misericordia, il Figlio di Dio si è fatto carne proprio per prendere su di sé e togliere il peccato del mondo: prendere le nostre miserie, la nostra condizione umana»: per quella folla, sia allora che oggi, l’incontro con Cristo è una “epifania” rinnovata e commovente.
IL BATTESIMO E LO SPIRITO SANTO
«Unendosi al popolo che chiede a Giovanni il Battesimo di conversione, Gesù ne condivide anche il desiderio profondo di rinnovamento interiore. E lo Spirito Santo che discende sopra di Lui «in forma corporea, come una colomba» (v. 22) è il segno che con Gesù inizia un mondo nuovo, una “nuova creazione” di cui fanno parte tutti coloro che accolgono Cristo nella loro vita. Anche a ciascuno di noi, che siamo rinati con Cristo nel Battesimo, sono rivolte le parole del Padre», spiega ancora Papa Francesco dal balcone di Piazza San Pietro nell’Angelus domenicale. Dopo il popolo è il turno della preghiera, anch’essa immersa da Gesù nel proprio battesimo con Giovanni: «Gesù si “immerge” nella preghiera, cioè nella comunione col Padre. Il battesimo è l’inizio della vita pubblica di Gesù, della sua missione nel mondo come inviato del Padre per manifestare la sua bontà e il suo amore per gli uomini. Tale missione è compiuta in costante e perfetta unione con il Padre e con lo Spirito Santo. Anche la missione della Chiesa e quella di ognuno di noi, per essere fedele e fruttuosa, è chiamata ad “innestarsi” su quella di Gesù. Si tratta di rigenerare continuamente nella preghiera l’evangelizzazione e l’apostolato, per rendere una chiara testimonianza cristiana non secondo i progetti umani, ma secondo il piano e lo stile di Dio». Nei saluti conclusivi all’Angelus, Papa Francesco – chiedendo al popolo di ricordare la data del proprio battesimo – in poche righe rilancia per tutti oggi la possibilità di incontrare Cristo nella costante conversione dello Spirito: «Come Gesù dopo il suo battesimo, lasciamoci guidare dallo Spirito Santo in tutto ciò che facciamo. Ma per questo dobbiamo invocarlo! Impariamo a invocare più spesso, nelle nostre giornate, lo Spirito Santo, per poter vivere con amore le cose ordinarie, e così renderle straordinarie».