Francesca Cavallin sfoglia con gli amici di “Vieni da me” il suo album di famiglia. Insieme a Caterina Balivo, l’attrice racconta di essere stata un vero maschiaccio da bambina ed anche da adolescente. “Io mi presentavo al liceo vestita da uomo… non ho mai nascosto la mia parte maschile, mi piaceva questa cosa”. Nella fase della pubertà e dell’adolescenza ha sofferto un po’ perché sua madre e sua sorella erano molto mediterranee e rotonde: “Fino a 13 anni sembrano un maschietto… mi sono tagliata i capelli corti fino a quando ho capito che la mia fisicità era diversa”. “Mi ha salvato l’arte e Gustav Klimt, quella femminilità spigolosa… mi sono vista lì…”. Per l’attrice il passaggio dall’infanzia all’età adulta è un po’ il “medioevo”, non comprendi limiti e confini durante il cambiamento: “La famiglia è la società primaria per ognuno di noi… devi trovarti da qualche parte”. Francesca Cavallin compra solo frutta di stagione: “I miei genitori hanno sempre lavorato tantissimo ed io ho passato molto tempo con i nonni e loro sapevano bene il valore delle cose perché hanno conosciuto la fame”. La nonna portava lei e sua sorella al mercato ortofrutticolo e comprava la cassetta e bisognava non sprecare nulla.
Francesca Cavallin ospite di Vieni da me
Durante un periodo particolare della vita, Francesco Cavallin ha sfiorato l’anoressia e la bulimia: “Di fondo c’è questo fraintendimento, questa follia… è una sorta di delirio di potere, come se potessi disporne come vuoi. Non avevo le forme e allora dovevo essere magrissima, perché per me la proporzione e l’armonia erano quelle cose lì… ovviamente era uno squilibrio della mia visione, di me… non rispecchiavo la realtà. Per fortuna ho sempre avuto la mia famiglia vicino. Ma quelle due malattie sono molto insidiose e tu hai vergogna perché lo sai. L’anoressia poi è un po’ meno facile… io facevo una dieta in cui dovevo pesare tutto quello che mangiavo e mia madre era molto preoccupata e mi aiutò moltissimo”. L’inizio della carriera in passerella ed infatti, la professione di modella non l’aiutava molto con l’anoressia: “Mi ha aiutato la mia famiglia e il mio fidanzato dell’epoca, un tennista molto solare che mi ha trasferito la gioia e la voglia di bere vino buono, mi ha fatto sentire molto rilassata nei confronti del mio corpo… mi ha salvato l’amore”.