Nella rivendicazione ufficiale del gruppo terroristico degli al-Shabaab (per intenderci, quelli di cui si teme possano essere in possesso della nostra volontaria Silvia Romano, rapita in Kenya lo scorso 20 novembre) si legge un motivazione particolare che fa molto discutere: l’attentato a Nairobi è stata la risposta alla decisione degli Stati Uniti di Donald Trump di trasferire la propria ambasciata a Gerusalemme. Non solo, nella nota ufficiale diffusa da Site (il sito di monitoraggio americano di tutte le attività jihadiste in rete, ndr) i jihadisti hanno spiegato di «aver risposto all’ordine del leader di Al Qaida, Ayman al Zawahiri, di attaccare obiettivi occidentali e sionisti». Una risposta durissima e che è costata la vita di 14 vittime innocenti nella consueta “modalità” del fondamentalismo islamico. (agg. di Niccolò Magnani)
“TERRORISTI TUTTI UCCISI”
“I terroristi sono stati tutti uccisi”: parlando del blitz delle forze armate nel compound turistico di Nairobi, attaccato in Kenya da un commando che faceva capo ad al-Shaabab, il presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta, ha confermato che dopo una azione durata diverse ore l’incubo è finito. “L’operazione di sicurezza al complesso del Dusit è finita” ha detto il presidente, confermando però la morte di 14 persone ma smentendo quanto invece affermato nel comunicato di rivendicazione del gruppo terrorista sunnita che parlava di 47 ostaggi uccisi. Al termine di un assedio durato circa 20 ore, rimangono ancora alcuni punti oscuri in merito all’accaduto dato che secondo alcune fonti gli attentatori erano quattro o sei. “Continueremo a fare ogni passo per rendere la nostra nazione inospitale per i gruppi terroristici e le loro reti” ha concluso Kenyatta in merito al ritorno del terrore nel Paese e alla presunta mano dell’ISIS dietro questo nuovo attentato. (agg. di R. G. Flore)
KENYA, COMMANDO ASSALTA HOTEL
Kenya, è di 14 morti il bilancio finale dell’assalto portato a un commando in un hotel di Nairobi, avvenuto nella giornata di ieri e sedato solo alle prime ore di mercoledì. E a stretto giro di posta, come molti sospettavano, è arrivata la rivendicazione delle milizie jihadiste sunnite di al-Shabaab che quindi tornano a colpire nel Paese africano e che secondo alcuni osservatori risponde pienamente a una strategia di più ampio respiro che l’ISIS ha in mente nel Corno d’Africa. Secondo quanto si apprende da fonti di stampa locali, lo scontro a fuoco in cui vi sono state anche delle esplosioni coi kamikaze del commando ha causato anche il ferimento di 30 persone, tra turisti e kenyoti, che si trovavano nel compound. Solo l’annuncio del presidente Uhuru Kenyatta e del capo delle forze della polizia ha dichiarato ufficialmente concluso l’incubo anche se il comunicato emesso da al-Shabaab smentisce le fonti governative e parlerebbe di “47 ostaggi uccisi”.
LA RIVENDICAZIONE DI AL-SHABAAB
Il commando che ha preso di mira l’hotel DusitD2 e il complesso commerciale a esso adiacente sarebbe stato formato da sei persone, ma si attendono conferme in merito, che hanno forzato il posto di blocco e si sono scagliati lanciando delle bombe e sparando all’impazzata, prima che uno di loro si facesse esplodere nella lobby dell’albergo, ferendo anche alcune persone. Stando ad alcuni resoconti dei sopravvissuti, si sono vissuti attimi di autentico panico, con corpi senza vita e sangue dappertutto, tanto che le forze speciali hanno impiegato diverse ore per riuscire a stanare tutti i membri del commando e liberare i civili che erano stati presi in ostaggio. Inoltre si apprende che tra le 15 vittime vi sarebbero anche un cittadino statunitense e uno britannico: intanto il Ministro dell’Interno, ad attacco concluso, ha dichiarato ai giornalisti che “la situazione è sotto controllo” ma ora si attende anche la presa di posizione del Governo specie dopo le rivendicazioni di al-Shabaab e le insinuazioni in merito al numero reale di vittime tra gli ostaggi.