Nell’ambito di un vasto programma (dall’opera al balletto alla sinfonica a concerti per solisti in vari spazi scenici) l’Accademia Filarmonica Roma ha una stagione di cameristica che, in collaborazione con il Teatro di Roma, si svolge in quel gioiello di Teatro Argentina, quello decantato da Stendhal, nel suo ‘viaggio in Italia’ come, all’epoca, il più elegante al mondo.
Una delle formazioni più accreditate da oltre trent’anni nel panorama della musica antica e barocca e uno dei monumenti della storia della musica, capolavoro di tutti i tempi – l’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone e L’arte della fuga di Bach, hanno inaugurato la stagione concertistica, la n. 198. Fino ad aprile, la serie di concerti porterà in uno dei più antichi e importanti teatri romani qual è l’Argentina, la cameristica dal barocco al romanticismo, al rock.
Per il suo approccio interpretativo e per l’uso di strumenti originali, l’Accademia Bizantina è divenuta un’eccellenza musicale riconosciuta e pluripremiata a livello internazionale (proprio lo scorso settembre il CD Agitata inciso con Delphine Galou ha vinto il prestigioso Gramophone Classical Music Award come miglior recital dell’anno).
Destinata alla Società di Scienze Musicali fondata da Lorenz Christoph Mizler sul modello delle società scientifiche che allora nascevano in tutta Europa, Die Kunst der Fuge (L’arte della fuga) rimase incompiuta per il sopraggiungere della morte di Bach avvenuta nel 1750. Composta tra il 1747 e il 1749 su un unico tema e senza indicazioni di strumenti, comprende, per la parte ritenuta autentica, trediciContrapuncti, due Fughe e quattro Canoni, costituenti il culmine di virtuosismo polifonico nelle sue forme musicali più alte, perfetto equilibrio fra rigore e fantasia poche altre volte raggiunto nella storia della musica. Proprio per la sua incompiutezza, L’arte della fuga è stata sottoposta da musicologi ed esecutori a varie rielaborazioni, offrendo una chiave di lettura diversa, ma sempre ugualmente significativa, grazie proprio alla scrittura bachiana. So ricorda una celebre registrazione di Mennon von Delft al clavicembalo in due dischi della Brilliant.La lettura che ne dà l’Accademia Bizantina è in una formazione a sei (da un anno disponibile anche in un prezioso CD Decca, registrato nel Teatro Goldoni di Bagnacavallo). Oltre a Ottavio Dantone (cembalo e direzione), vede coinvolti Alessandro Tampieri e Ana Liz Ojeda (violini), Diego Mecca (viola), Mauro Valli (violoncello) e Stefano Demicheli (organo).
La versione dell’Accademia Bizantina del capolavoro mira a comunicare il più possibile il significato sia formale che espressivo di quest’opera. Bach non ha lasciato precise indicazioni strumentali ed il lavoro viene eseguito da solisti, complessi cameristici ed anche piccole orchestre sinfoniche. L’Accademia Bizantina utilizza un quartetto d’archi, un organo e un clavicembalo per vestire con più colori possibili la musica di Bach.
Quindi, questa versione dell’Arte della fuga è l’immagine stessa dell’ensemble che diventa quasi l’organico ideale (ma non assoluto!) per eseguirla. Nelle maglie dei contrappunti, si mettono i rilievo i piaceri, le emozioni ed i colori sfumati del barocco rigoroso, e privo di orpelli, degli ultimi lavori di Bach.
In sala c’era il tout Rome che ha applaudito calorosamente al termine di un’ora e mezza di esecuzione senza intervalli. Dantone ed i suoi colleghi hanno concesso un breve bis.
La musica per quartetto è uno dei fili rossi che segnerà diversi appuntamenti di questa stagione all’Argentina. Il primo lo offre il 24 gennaio il Trio di Parma insieme a Simonide Braconi prima viola del Teatro alla Scala, con l’esecuzione di due Quartetti con pianoforte di Brahms alternati ad alcuni pezzi di György Kurtág.
Giovedì 31 gennaio una delle formazioni da camera più accreditate qual è il Quartetto d’archi della Scala, sale sul palco dell’Argentina insieme a Fabrizio Meloni, primo clarinetto scaligero, per i Quintetti di Mozart (K 581) e di Brahms (op. 115); in un ideale confronto fra passato e presente, in programma anche Variations Mozart di Matteo D’Amico.
Un racconto fitto di interrogativi porta nel mondo dei Quartetti per archi di Mozart è quello che propone in due concerti (24 e 28 febbraio) lo scrittore e giornalista Sandro Cappelletto, qui in veste di voce narrante a fianco del giovane e già affermato Quartetto Guadagnini.
In una sorta di omaggio alla grande scuola violoncellistica di Antonio Janigro si collocano poi tre concerti di altrettanti musicisti di altissimo livello e di spiccata personalità come Giovanni Sollima, Enrico Dindo e Mario Brunello. Il primo si presenta in un recital solistico il 14 febbraio con Ba-Rock, un viaggio nel mondo sonoro del violoncello ma anche un viaggio nel tempo, da Bach fino ai Nirvana per scoprire le potenzialità tecniche ed espressive dello strumento, mentre il 4 aprileEnrico Dindo dialogherà in duo con Simone Rubino, un originale incontro fra il violoncello e le percussioni in un programma che non mancherà di stupire e incuriosire il pubblico e che accoglierà due prime assolute di Carlo Boccadoro e Stefano Molinelli. L’11 aprile toccherà a Mario Brunello, da sempre aperto a sperimentazioni e inediti incontri artistici, che farà dialogare il suo strumento ‒ un prezioso Maggini del 1600 appartenuto a Benedetto Mazzacurati e successivamente a Franco Rossi del Quartetto Italiano ‒ con le voci del Coro del Friuli Venezia Giulia.
La musica barocca sarà presente con un altro ensemble, anch’esso rinomato a livello internazionale per le sue interpretazioni di questo repertorio. Il 7 marzo Modo Antiquo e il suo direttore Federico Maria Sardelli conducono il pubblico nel concerto-reading L’affare Vivaldi. Ispirandosi al testo dell’omonimo libro di Sardelli, tra musiche inedite del giovane Vivaldi e la narrazione di Sardelli, si darà allo spettatore l’opportunità di seguire l’affascinante percorso di un enorme patrimonio musicale che ha rischiato di andare perduto.
Il 28 marzo sarà la volta del violino di Sergej Krylov interprete dalla grande musicalità e dall’eccezionale virtuosismo, che insieme al pianista Itaman Golan presenta un programma dedicato alla Sonate per violino e pianoforte di Mozart (K 378), di Beethoven, con la celebre Kreutzer Sonata, e la Fantasia D 934 di Schubert.