Mirko Giacomini, il 45enne operaio della Saf sequestrato da Abdeleouahed Haida, parla dell’incubo che ha vissuto nelle ultime ore. È stanco e provato, ma in grado di ricostruire quanto accaduto negli ultimi due giorni. Fermatosi sulla soglia della sua casa di Gavardo con il padre Bernardino, ha fornito la sua ricostruzione dei fatti, rivelando di aver temuto per la sua vita. «Quando siamo scesi dalla moglie, perché voleva un confronto a tre. Ha spintonato la donna, poi ha sparato due colpi, uno anche verso di me, ma la pistola era a salve e non c’è stato nessun ferito. A quel punto sono arrivati i carabinieri». Giacomini non poteva chiedere aiuto, anche perché il sequestratore è rimasto sempre con lui. Ai microfoni de La Vita in Diretta comunque ha escluso di aver avuto una relazione con la moglie del marocchino: «Le davo un passaggio e ci parlavamo, ma non ho avuto nessun rapporto con lei».
MIRKO GIACOMINI, IL RACCONTO DEL CUGINO E DELLA MAMMA
Mirko Giacomini e il suo rapitore sono stati trovati dalle forze dell’ordine nel sottotetto della palazzina in cui vive l’ex moglie del marocchino. Gli investigatori sarebbero riusciti a localizzare i due uomini con la segnalazione di uno dei vicini di casa che avrebbe sentito alcuni rumori provenire proprio da lì. Il marocchino al momento dell’arresto aveva in mano la pistola con la quale aveva costretto l’operaio a seguirlo. La procura di Brescia ha aperto un’inchiesta per sequestro di persona. Abdeleouahed Haida ha confermato che voleva riconquistare la moglie, quindi ha rapito l’uomo perché lo considerava un possibile rivale: «Non volevo fare del male a nessuno, volevo solo un chiarimento a tre», ha dichiarato. «Abbiamo capito subito che tutto girava attorno ad uno sfondo passionale», ha dichiarato il cugino di Mirko Giacomini a La Vita in Diretta. Provata anche la madre: «Ora sto bene. Quando ho visto che non veniva a casa ho chiamato mio fratello e mi sono fatta portare a casa sua. Lì ho visto i carabinieri. Mi diceva che l’accompagnava. Le ha fatto solo un piacere. Sono stati giorni brutti».