Matteo Salvini ad Afragola, tra il baciamano e le parole di un fan contro Roberto Saviano: nuovo scontro tra il ministro dell’Internoe lo scrittore. L’autore di Gomorra su Repubblica è tornato su quel bacio di un sostenitore del leghista: «Sono cresciuto in una terra dove vedere baciare le mani di un uomo era cosa comune, nessuno si stupiva, è antica sintassi mafiosa. Vedevo i boss soprattutto durante le festività — prima che cadessero in latitanza o avessero, in clima di faida, paura di uscire in strada — salutare e girare per negozi ricevendo spesso come omaggio il bacio sulle nocche. Il baciamano mi creava disagio quando a farlo era un anziano che si piegava verso la mano di un giovane capo. Al contrario faceva parte del mio orizzonte estetico vedere giovani baciare la mano del potente più maturo. Non solo boss ma anche sindaci o l’infinito stuolo di sottosegretari e assessori. Il bacio che è stato dato alla mano del ministro Matteo Salvini è pregno di tutta la terribile tradizione meridionale di sottomissione».
E precisa: «È il bacio che qualsiasi sovrano o qualsiasi esercito sia passato nel Sud ha ricevuto, un bacio che descrive bene il senso che si ha del rapporto con la politica: la concessione, il favore, la benevolenza. Non c’è diritto, non c’è giustizia, non c’è sicurezza economica, non lavoro ma elargizione, protezione, carità, arbitrio. Quel bacio sta a significare: trattaci bene, facci il favore. Ha impressionato vedere proprio ad Afragola, al Sud baciare la mano di un uomo simbolo di un partito che ha sempre odiato il Meridione, di un movimento nato e fondato sulla convinzione che i meridionali fossero il male e il Sud una zavorra per la crescita del Nord. Il bacio alla mano di Salvini, l’osannarlo come l’uomo della provvidenza, non è cosa nuova, ma il peggiore volto delle genti del Sud che la miseria e l’ignoranza spingono a manifestare il desiderio di vedere migliorata la propria vita con un atto di sudditanza e di sottomissione. Non c’è colpa ma solo la stessa e perenne miseria secolare». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“ELIMINA SAVIANO”: FAN SALVINI NON CENSURATO DAL MINISTRO
Sembra ormai una “telenovela”, anzi un western B-Movie, quello tra Matteo Salvini e Roberto Saviano: uno attacca, l’altro replica, il coro dei “fan” si dividono e scatenano subito dopo fino al successivo duello rigorosamente social e dai toni sempre peggiori rispetto alla volta prima. L’ultima polemica nasce dalla visita del Ministro degli Interni ad Afragola, dove già ieri si era scatenata la bagarre per un “baciamano” di un sostenitore del leader leghista: ora un altro “fan” entra nella bufera per aver gridato al passaggio di Salvini «Elimina Saviano». La polemica scatta perché a queste parole, Salvini decide di sorridere e andare avanti, senza censurare quell’incitamento violento che augura la morte ad un altro cittadino. L’unica risposta del Ministro è stata «ma no, lunga vita a Saviano»: lo scrittore di Gomorra per ora non replica ma parlano per loro i tanti anti-Salvini sparsi su web e nella politica. «Fosse successo al contrario – anzi, come è successo con i manichini bruciati durante le ultime manifestazioni studentesche – lo stesso Salvini avrebbe chiesto una identificazione del soggetto. Lo racconta la cronaca stessa delle manifestazioni contro alcuni esponenti del governo», rilanciano su Repubblica e Giornalettismo.
NUOVO SCONTRO SAVIANO-SALVINI
Le urla, la visita ad Afragola – dopo le otto bombe esplose negli ultimi 22 giorni nel piccolo comune alle porte di Napoli – e la nuova polemica sulla camorra e le divise della polizia: tutto questo in poche ore è il sottofondo del nuovo scontro a distanza Salvini-Saviano che da mesi prosegue e che non accenna minimamente ad interrompersi. «Non faccia il pagliaccio, non usi dissi della Polizia», aveva spiegato prima della visita ad Afragola di Salvini il suo più acerrimo nemico in un lungo editoriale su Repubblica: «lui peggio di Fidel Castro, Gheddafi e Mussolini», aveva sentenziato Saviano. La replica è giunta poi nelle scorse ore nella vasta diretta Facebook del vicepremier: «Saviano dice che faccio le passerelle e metto la divisa. Robertino, lo faccio con onore. La tuta che mi hanno regalato le fiamme oro e gli atleti io sono sempre orgoglioso». Last but not least, dopo la provocazione dell’attrice a luci rosse Valentina Nappi – che nei giorni scorsi aveva scritto sui social di sentirsi “struprata” da Salvini per i suoi modi e metodi “nazionalisti”, il Ministro degli Interni le ha risposto per le rime “citando” il suo più acerrimo nemico: «Ho stuprato Valentina Nappi? Ho un alibi, quel giorno ero con Saviano».