Da due giorni circola un video che proviene da Washington e che ritrae uno studente cattolico americano intento ad “irridere” a mezzo centimetro dalla faccia di un nativo americano (mentre suona e canta dei canti tradizionali della tribù Omaha), mentre altri studenti attorno a loro incita il motto di Trump (con tanto di felpe e cappellini) “Make America Great Again”: milioni di visualizzazioni, l’ovvia divisione dei “fan social” tra le due distinte parti in causa e l’indignazione dei media e think thank liberal contro il pessimo esempio che il Presidente americano darebbe alle giovani generazioni sui temi delicati come migranti, muro in Messico, libertà di stampa e tanto altro. «Studente cattolica bullizza nativo americano» è il titolo che ricorre nei media americani e in tanti altri giornali sparsi nel mondo, compresa l’Italia. Ora, il primo video in questione che trovate qui sotto esprime esattamente quanto denunciato dai social di mezzo mondo ma è proprio nei primi commenti che trovate lì sotto che si può scorgere un elemento che non possiamo non riportare per dovere di cronaca e per provare a capire se si tratti di immensa fake news o di effettivo “bullismo” anti-migranti. «Ho visto il video originale inedito dell’evento che mostra un gruppo di ragazzi delle scuole raggruppati intorno a cantare il loro canto scolastico quando un nativo americano di passaggio si avvicina a loro e comincia a battere il tamburo davanti alla faccia. Non c’era in nessun punto del video integrale momenti in cui i ragazzi della scuola bloccano volutamente il nativo americano né tentano di circondarlo», segnala l’utente su YouTube, mostrando anche il video integrale (il secondo qui sotto).
FAKE NEWS O BULLISMO?
Ma quindi, è tutta una fake news fatta montando momenti diversi del video? Questo no, viste anche le parole riferite dal nativo americano – tal Nathan Phillips, 64enne veterano dl Vietnam e membro della comunità Omaha – in una intervista dopo lo spiacevole fatto: «Mentre ero seduto a cantare li sentivo ripetere a voce alta “Costruiamo un muro, alziamo il muro”. Questa terra è sempre appartenuta agli indigeni, ai nativi americani. E non abbiamo mai avuto bisogno di erigere muri. Ancora oggi le comunità native vengono minacciate in tutto il mondo. Mi sentivo come se il loro spirito, lo spirito della nostra gente, in quel momento parlasse attraverso di me». Ma allora cosa diamine è successo venerdì scorso a Washington? In prima battuta, vi erano due diverse manifestazioni: la Marcia degli Indigeni e la Marcia della Vita, con quest’ultima ricca di giovanissimi studenti e insegnanti che protestavano contro l’aborto e le politiche anti proLife dello Stato americano. A quel punto, davanti alle urla di alcuni – una piccola parte – degli studenti cattolici in favore di Trump, alcuni nativi americani hanno tentato di controbattere con i loro canti (molto caratteristici e interessanti tra l’altro, ndr) tradizionali. La scuola cattolica ha chiesto scusa per l’atteggiamento di alcuni dei propri alunni, affermando che prenderanno dei provvedimenti nei prossimi giorni. Ma è un po’ diverso dal titolo lanciato “Cattolici bullizzano i nativi americani”: a questo punto la fake news non c’è ma c’è il “fake titolo” visto che nei fatti pare non sia successo esattamente quanto raccontato dai media. Di certo vi è un atteggiamento alquanto indisponente di quel ragazzo nel video che “sorride” beffardo al nativo americano davanti a lui: occhio però al diffondersi di diverse “bufale”, di “apparenza” ingannevole sia pro che anti Trump. L’interesse – a nostro modestissimo parere – è vedere dove risieda la verità, non quale idea si debba sostenere per “affermare” la “propria” di verità.