voleva davvero suicidarsi? Del caso della giovane agente della polizia penitenziaria rimasta ferita alla testa nell’ospedale di Venezia si è occupato anche il programma “Le Iene”, che ha intervistato la sua famiglia prima che morisse. «Mi manca Sissy. Era una ragazza meravigliosa, era bella e scherzava. Aveva una vita meravigliosa, giocava a calcio», racconta il padre che non crede alla tesi del suicidio. Non aveva motivo di uccidersi, ma aveva motivo di essere preoccupata per ciò che aveva scoperto: «Aveva scoperto delle cose un po’ strane». Le Iene fanno riferimento al fatto che abbia dichiarato di aver scoperto che arrivava droga nel carcere dove lavorava dalla lavanderia. «Aveva anche visto una sua collega e una detenuta scambiarsi effusioni». E anche in questo caso ha segnalato tutto ai suoi superiori. Qualcuno ce l’aveva con lei? Questa è una delle tante domande che si pongono i genitori di Sissy Trovato Mazza, che ieri hanno vissuto un giorno difficile perché il cadavere della figlia è stato sottoposto ad autopsia. Ma le anomalie non finiscono qui. Vengono trasmesse le immagini da cui si intravede la donna con un braccio alzato, come se stesse al cellulare. Pochi istanti prima dello sparo aveva il telefonino in mano? Ma nessun telefono è stato trovato accanto a lei, mentre il suo è stato trovato nell’armadietto del carcere, aperto. Ma la ragazza prima di cominciare il suo turno di lavoro aveva chiamato la fidanzata per chiederle di farle una ricarica perché non aveva credito…
SISSY TROVATO MAZZA: “PERCHÉ FANNO SOLO ORA GLI ACCERTAMENTI?”
I genitori di Sissy Trovato Mazza hanno accettato a malincuore la decisione della Procura di Venezia di disporre l’autopsia sul cadavere della figlia, a cui è stata sottoposta ieri presso l’ospedale Riuniti di Reggio Calabria. «Non so cosa potranno riscontrare a distanza di quasi 27 mesi dal ferimento, ma le leggi sono queste e non sappiamo dal punto di vista scientifico cosa possa venire fuori», ha dichiarato il padre Salvatore. Ma i genitori sperano che dall’esame autoptico possano emergere elementi utili per fare chiarezza su una vicenda che, a distanza di più di due anni, presenta ancora numerosi punti oscuri. «Gli accertamenti che stanno compiendo noi e i nostri legali li stiamo chiedendo dal 2 novembre 2016, ma prima che il caso fosse ripreso dalle televisioni, dalla stampa, sembrava che fosse finito in un punto morto. Adesso hanno ripreso a indagare, ma avrebbero dovuto farlo primo, se mai l’hanno fatto», ha proseguito Salvatore Trovato, come riportato da LaCnews24. Ora si aspettano un’indagine approfondita per chiarire una volta per tutte cosa è successo quella mattina del 1 novembre 2016. Tra gli accertamenti tecnici e scientifici che la difesa ha inserito all’interno dell’opposizione al decreto di archiviazione che è stato accolto dal gip del tribunale di Venezia ci sono «quelli del dna, sul computer e il telefono di mia figlia. Ma perché non sono stati compiuti prima?», si chiede Salvatore Trovato.
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