Sono davvero disarmanti i dati emessi dal rapporto Oxfam in merito alla distribuzione della ricchezza nel mondo: facendola breve, pochissime persone detengono la stragrande maggioranza della ricchezza mondiale, mentre un’enorme quantità di gente vive quasi in povertà assoluta. Un’immorale differente posizione che il direttore esecutivo della stessa Oxfam, Winnie Byanyima, ha commentato così durante un’intervista ad AFP: «I ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri affondano nella loro povertà». E ancora: «Con questo rapporto Oxfam intende sottolineare come l’estrema disuguaglianza sia fuori controllo. I cittadini sono arrabbiati e frustrati: stanno lavorando duramente per poi vedere che le cose che si aspettano, come una buona educazione per i propri figli, la sanità quando si ammalano e la pensione quando invecchiano, non esistono. Nel contempo vedono persone diventare sempre più ricche e senza pagare la giusta quota». Dal 1980 al 2016, i più poveri hanno intascato solo 12 centesimi su ogni dollaro di crescita globale, mentre l’uno per cento dell’intera popolazione ha ottenuto più di 27 centesimi. «I super ricchi e le multinazionali pagano tasse più basse rispetto ai tempi addietro – conclude Oxfam – i costi umani derivanti dai bambini senza insegnanti e dagli ospedali senza farmaci, sono enormi». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
OXFAM: DISUGUAGLIANZA FRA RICCHI E POVERI
Aumentano le diseguaglianze: è questo in sintesi il messaggio del Rapporto Oxfam del 2018 “Bene pubblico o ricchezza privata?” pubblicato nel giorno in cui prende il via il meeting di Davos tra i potenti del Pianeta. Come riportato da La Repubblica, secondo Oxfam, continua a dilagare la concentrazione della ricchezza tra pochi e la povertà tra molti. Colpa anche, almeno in parte, dei sistemi fiscali in vigore nei Paesi in via di sviluppo come nelle economie più avanzate, Italia compresa. Ad essere messo da parte è sempre di più il concetto di progressività: ovvero chi ha di più paga di più in relazione alle sue disponibilità. Ne deriva che i beneficiari delle politiche fiscali sono i grandi colossi, le aziende che riescono ad eludere il fisco e a spostare capitali indisturbati. Il risultato è una società in cui sanità e istruzione non sono più (se mai lo sono stati) vissute come diritti inalienabili dell’individuo ma come lusso per pochi. Il cosiddetto “ascensore sociale” si è inceppato: rispetto al Rapporto Oxfam 2017 i poveri riescono a risollevarsi dalla loro condizione di indigenza per il 40% in meno. Ultimi e condannati a restarlo.
OXFAM, “CRESCE LA RICCHEZZA MA SOLO PER I PAPERONI”
Il Rapporto Oxfam delinea un quadro in cui la ricchezza aumenta, ma soltanto per chi è già un Paperone: come riportato da La Repubblica, il patrimonio dei 1.900 miliardari della lista Forbes del 2017 è cresciuto di oltre 900 miliardi di dollari, corrispondente ad un aumento dell’1,2%. Di contro la ricchezza netta della popolazione più povera del mondo (3,8 miliardi di persone) è diminuita dell’11%: un calo che conferma quanto le disparità siano accentuate. I multimiliardari che posseggono la ricchezza della metà più povera del globo sono 26. Jeff Bezos, il fondatore di Amazon nonché uomo più ricco del mondo, a metà marzo aveva un patrimonio stimato di 112 miliardi di dollari. Basta un dato: con l’1% di questa somma l’Etiopia (105 milioni di persone) paga il servizio sanitario. In Italia la situazione non è più incoraggiante: a metà 2018 il 20% dei più ricchi possedeva circa il 72% dell’intera ricchezza nazionale. Il 5% addirittura aveva tra le mani della stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% più povero.