Ci sono davvero poche speranze di poter trovare vivo e trarre in salvo il piccolo Julen: la sensazione è che dopo gli ennesimi ritardi negli scavi dovuti alle problematiche emerse nel terreno – le ultime riguardanti la differenza di diametro del tunnel per cui tutti i tubi già installati per gli scavi sono stati rimossi e cambiati dopo che erano già stati installati negli scorsi giorni – la possibilità di rivedere vivo il bimbo di 2 anni è ridotta ai minimi termini. «Se è difficile per le macchine, immagina per le braccia», ha raccontato uno dei minatori al quotidiano locale “Surquesto”. Il capo dei vigili del fuoco della provincia di Malaga ha poi spiegato come d’ora in poi «Non possiamo lasciare nulla al caso, non ci può essere più sfortuna che ci faccia ritardare»: i genitori intanto pregano assieme a tutta la comunità di Totalan che li ha di fatto “adottati” in questi 10 infiniti e tormentati giorni di attesa.
“UNA OPERAZIONE UMANITARIA”
Continua ad essere in fondo al tunnel il piccolo Julen, il bambino spagnolo di due anni e mezzo che si trova a circa 70 metri di profondità da più di dieci giorni. Il tunnel verticale parallelo al pozzo in cui è caduto il bimbo è stato completato non senza difficoltà, visto che, a causa del materiale granitico trovato nel terreno, lo scavo ha deviato dal suo percorso originale. Ora si sta scavando per realizzare il tunnel orizzontale che dovrà collegare i due buchi, e i soccorritori utilizzeranno pale, picconi e anche le mani se necessario. Un’operazione delicata, che il capo dei lavori, Ángel García Vidal, esperto ingegnere, ha commentato così: «Questa non è un’operazione di soccorso ma un’opera umanitaria di ingegneria civile». In Spagna intanto è polemica a seguito dei numerosi intoppi incontrati da dieci giorni a questa parte nelle varie operazioni di scavo, ma le autorità si difendono dicendo che in dieci giorni sono stati movimentate 40mila tonnellate fra terreno e materiali, che avrebbero richiesto mesi in un’operazione normale. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
JULEN CADUTO NEL POZZO: APERTA UN’INDAGINE
È stata aperta un’inchiesta che da giorni procede parallelamente agli scavi nel pozzo dove si trova ancora il piccolo Julen: i permessi di quel campo, gli scavi e la gestione dell’intera area sono messe a soqquadro dalle autorità di Malaga per provare a capire come possa essere avvenuta una strage del genere. I giudici poi dovranno anche capire se le parole dette dal padre di Julen sui tanti, troppi, errori fatti nelle prime fasi di scavo siano imputabili di conseguenze a livello penale. Al di là però di tutte le vicende giudiziarie che potrebbero investire il post-tragedia, ora sono tutti impegnati a capire come e quando il bimbo potrà essere raggiunto dopo 10 giorni rinchiuso nel pozzo artesiano di Totalan. Se però dopo tutte le operazioni dei minatori al collegamento tra il tunnel verticale e il pozzo di Julen, il piccolo non dovesse essere trovato, allora sarà necessario scavare ancora e le speranze già poche di ritrovarlo vivo cadrebbero definitivamente.
IMPIEGATI 100 MINATORI
Spagna con il fiato sospeso per Julen, il bimbo nel pozzo ormai da dieci giorni. Le operazioni di soccorso proseguono, ma non senza difficoltà: il terreno friabile e si scava anche a mano. Una corsa contro il tempo: si spera che le condizioni di aria e di acqua nel tunnel lo abbiano mantenuto in vita. 100 persone all’opera per i soccorsi ed è stata aperta un’inchiesta dal governo spagnolo per capire come sia potuto accadere. Intervenuta a Storie Italiane, Paola Bruni Garcia ha fatto il punto della situazione: «L’operativo di soccorso compie oggi dieci giorni di lavoro. I minatori scaveranno una galleria di quattro metri manualmente. Sono impegnate 300 persone, che lavorano a turni». Prosegue la giornalista: «Sono partite le indagini per capire cosa sia successo prima della tragedia, per controllare cosa è stato fatto prima. Quella domenica Julen si trovava lì insieme ai genitori, che hanno detto di aver perso di vista il bambino per dieci secondi». Questo il commento della Malucelli: «I bimbi di questa età, su uno stress di emergenza fisica tirano fuori delle forze che hanno spesso del miracoloso. Anche se perdono i sensi, in questo stato potrebbero sopravvivere lo stesso: ce lo auguriamo con tutti il cuore per Julen e vogliamo essere vicini ai suoi genitori e ai soccorritori». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“CI STIAMO AVVICINANDO”
Proseguono le operazioni di scavo per portare in salvo il piccolo Julen, il bambino spagnolo di soli due anni caduto in un pozzo a Malaga domenica 13 gennaio, più di dieci giorni fa. Nella giornata di ieri sono proseguite le operazioni di scavo del tunnel verticale che corre parallelo al pozzo in cui è caduto il piccolo, e sono emerse delle nuove difficoltà: «Alle 2:30 pm è iniziata l’operazione di tunnelling verticale – ha affermato ai media spagnoli il capo delle operazioni, Angel Garcia – e alle 6:15 del pomeriggio, quando sono stati introdotti 42 metri di lastre di metallo, sono apparse delle irregolarità sulle pareti». Non sarà facile raggiungere il bambino caduto, ma le autorità spagnole sono convinte che ormai si stia intravedendo la luce in fondo al tunnel: «Continuiamo a lavorare senza sosta – ha aggiunto Garcia in conferenza stampa – sentiamo che ci stiamo avvicinando a Julen». Ricordiamo che al termine dei lavori di scavo del tunnel verticale, verrà realizzato un tunnel orizzontale che permetterà appunto il collegamento fra i due pozzi. A quel punto verrà finalmente tratto in salva Julen, nella speranza che sia ancora vivo, ma nessuno in Spagna pensa il contrario. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
JULEN NEL POZZO: TROVATO BLOCCO DI GRANITO
Un blocco di granito nel mezzo del tunnel, le condizioni meteo e soprattutto i 9 giorni consecutivi intrappolato nel pozzo non danno purtroppo grandi speranze per trovare vivo il piccolo Julen: ma la Spagna e in particolare la famiglia del bimbo caduto nel pozzo non si arrendono e continuano a pregare per le sorti del piccolo di 2 anni. «Siamo tutti vicini alla famiglia e al team di lavoro, stanno mostrando il loro grande cuore», ha spiegato il sindaco di Totalan Miguel Angel Escano. I genitori di Julen, José Roselló e Victoria García, per poter stare il più vicino possibile al luogo degli scavi, sono ospitati in questi giorni da un residente di Totalan in attesa delle intese ma sperate novità positive: «Nessuno può capire ciò che stiamo passando, io so che tantissimi genitori ci stanno vicino e dicono di capirci ma possono solo immaginare il nostro dolore», piange disperate il papà davanti alle telecamere ancora oggi pomeriggio, «Voglio credere con tutte le forze che mio figlio sia ancora vivo».
“SPERIAMO SIA VIVO”
Si sono concluse le operazioni di scavo del tunnel verticale che corre parallelo al pozzo in cui è finito il piccolo Julen. Come riferisce Rai News ora i soccorritori stanno già provvedendo a scavare un altro tunnel, quello orizzontale per collegare i due pozzi. Non sono mancate le difficoltà visto che inizialmente erano state calcolate 15 ore per la costruzione del tunnel, che si sono trasformate in 55, con la conseguenza che il piccolo spagnolo di due anni e mezzo si trova da dieci giorni a 70 metri di profondità senza acqua. Prima di completare il tunnel orizzontale si costruirà un buco più piccolo di 20 centimetri attraverso cui verrà inserita una telecamere che permetterà di visionare la piccola vittima. Dopo di che si procederà allo scavo e si inserirà un cilindro di metallo per evitare che la pareti crollino mentre i soccorsi sono impegnati ad estrarre il bambino. Il tunnel orizzontale sarà scavato a mano, con picconi o martelli pneumatici, a seconda della consistenza del terreno. Sono ore di apprensione in Spagna e tutti ripetano le stesse parole ormai da giorni “Speriamo sia ancora vivo”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
BIMBO NEL POZZO IN SPAGNA: ALTRO INTOPPO
Dopo nove giorni rinchiuso in un pozzo a circa 70 metri di profondità, sembra davvero complicato ritrovare in vita il piccolo Julen, il bimbo spagnolo di due anni e mezzo “precipitato” domenica 13 gennaio. A complicazioni se ne aggiungono altre, e nelle ultime ore, quando sembrava che il tunnel verticale scavato parallelo al pozzo del bimbo fosse ormai terminato, si è verificato un altro intoppo: forse per un errore di calcolo, i tubi di metalli necessari per rivestire la galleria che permetterà il collegamento fra i due buchi, sono più grandi rispetto alla galleria stessa, e di conseguenza serviranno altri scavi. A questo punto non è dato sapere quando l’operazione di scavo terminerà, e quando i soccorritori riusciranno a mette le mani sul piccolo Julen, caduto due domenica fa. La speranza è che entro oggi i soccorritori possano calarsi dentro al pozzo, per poi scavare il collegamento orizzontale: «Questa operazione – prevedono – dovrebbero durare non meno di 24 ore». Il piccolo Julen, fermo restando che sia ancora vita, potrebbe rivedere la luce forse domani, o forse mercoledì: la speranza si sta affievolendo sempre più. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
BIMBO CADUTO NEL POZZO IN SPAGNA: LE ULTIME
«Oggi scopriremo se Julen è ancora vivo»: così i soccorritori rilanciano dalla Spagna, per la precisione nelle campagne vicino Malaga dove dal 13 gennaio scorso un bambino di 2 anni è intrappolato in un pozzo dopo una terribile caduta mentre giocava con un amichetto durante i preparativi di una festa da parte della famiglia di Julen. Si scava senza sosta in quello che fin da subito si è dimostrato un ostacolo assai impervio, un pozzo artesiano di dubbia legalità con profondità oltre i 100 metri: dal giorno successivo alla scomparsa, del piccolo non si sono più uditi segnali ma questo non toglie che – come raccontavano gli speleologi in questi giorni intervenuti a Totalan – il piccolo bimbo potrebbe essere ancora vivo, «la profondità e le cavità del terreno potrebbero aver salvaguardato la salute del bimbo spagnolo». Mentre l’intero Paese prega per le sorti del piccolo Julen e per la sua famiglia – che già ha perso un altro figlio due anni fa per un improvviso infarto mentre giocava in spiaggia – ieri in nottata si sono conclusi i lavori per il tunnel vertice che permetterà ai soccorritori di raggiungere il bimbo intrappolato ad una profondità di circa 100 metri.
TERMINATO IL PRIMO TUNNEL PER SALVARE JULEN
I minatori si caleranno dentro il pozzo e poi scaveranno a mano con picconi e piccoli martelli pneumatici per sperare di trovare ancora vivo il piccolo: ogni strumentazione più ingente rischierebbe di provocare nuove frane, come durante i primissimi giorni di ricerche a Totalan, che metterebbero a serio rischio l’incolumità del bambino incastrato ancora non si sa in quali condizioni sotto il pozzo di Malaga. Secondo El Pais, la perforazione del tunnel parallelo è terminata alle 20:30 di ieri sera ed è durata 55 ore, molte di più rispetto alle 15 previste: il tunnel verrà adesso “intubato” con cilindri di metallo per evitare le frane e per facilitare le imminenti operazioni di recupero. Il vero problema è che nessuno ancora oggi sa bene dove sia l’esatta ubicazione del piccolo Julen e per questo la velocità degli scavi e le attenzioni utilizzate dai soccorritori si complicano ulteriormente.