Nuovi aggiornamenti dal fronte Siria, con il clima di altissima tensione tra Iran e Israele che scuote il Medio Oriente. Come sottolinea Affari Italiani, l’origine degli attacchi israeliani contro le postazioni militari iraniane hanno origine dell’abbandono del teatro militare deciso da Donald Trump. Questa mossa ha dato una sorta di ‘via libera’ a Teheran ad aumentare la sua visibilità nell’area. E il cambio di strategia da parte di Israele è legato al consenso della Russia: senza il beneplacito di Vladimir Putin, Tel Aviv non avrebbe mai potuto attaccare l’Iran. Ricordiamo che Teheran ha reagito immediatamente con un missile terra-terra contro le alture del Golan: il razzo è stato intercettato sul sito sciistico sul monte Hermon. La contro-replica non è tardata ad arrivare: un nuovo attacco contro le postazioni iraniane. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
TENSIONE ISRAELE-IRAN: 21 MORTI
Tensione Israele-Iran, clima di altissima tensione tra Teheran e Tel Aviv. Come vi abbiamo raccontato, il capo dell’aeronautica iraniana Aziz Nasirzadeh aveva affermato senza mezzi termini: «Siamo pronti per la guerra decisiva che porterà alla scomparsa di Israele: le nostre forze armate sono preparate per il giorno in cui Israele sarà distrutto». Affermazioni che sono giunte dopo l’attacco di Tel Aviv contro i presidi militari iraniani a Damasco, il bilancio è drammatico: come riportato dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), sono ventuno i morti tra militari siriani, pasdaran iraniani e miliziani sciiti non siriani. Come evidenzia l’Ansa, l’attacco israeliano ha causato enormi danni materiali alle postazioni militari.
TENSIONE ISRAELE-IRAN: LE ULTIME NOTIZIE
Le provocazioni dell’Iran non sono passate inosservate ad Israele, con Benjamin Netanyahu che ha replicato senza mezzi termini: «Chiunque cerchi di farci del male, chiunque minacci di eliminarci, ne pagherà le conseguenze». La Stampa aggiunge che a complicare lo scenario è il fronte iracheno: «L’Intelligence occidentale ha notato nell’autunno scorso lavori per costruire rampe di lancio per missili a media-lunga gittata vicino a Baghdad», precisando che già all’inizio degli anni Novanta Saddam Hussein raggiunse Israele con i suoi Scud posizionati nella parte occidentale del Paese, con Teheran che dispone oggi di missili ben più sofisticati. «Questi ordigni sono stati testati dall’Iran contro obiettivi dell’Isis in Siria, lo scorso novembre. Dall’Iraq potrebbero raggiungere lo Stato ebraico», conclude Giordano Stabile.