Per essere stato definito il più spietato gerarca nazista, nominato dallo stesso Adolf Hitler come “l’uomo dal cuore di ferro” il nome di Reinhard Heydrich non è molto noto fra i protagonisti del regime hitleriano. A lui è dedicato il film “L’uomo da cuore di ferro” in uscita nei cinema italiani il 24 gennaio. Film che, va detto, non è per la maggior parte dedicato a lui bensì al coraggioso gruppo di partigiani cecoslovacchi che lo uccisero in un attentato a Praga nel maggio 1942. Da una parte il male, il gerarca, dall’altro il bene, i partigiani che si sacrificarono in una missione suicida. Heydrich è anche l’unico gerarca nazista ucciso in un attentato, cosa che lo fece definire dallo stesso Hitler al funerale “uno stupido e un idiota”. Per dimostrare infatti la sua invincibile potenza, si recava al lavoro attraversando Praga senza scorta.
IL MACELLAIO DI PRAGA
Entrato nelle SS appena Hitler prese il potere, gli venne dato l’incarico di controllare gli stessi nazisti. Poi, a guerra iniziata (fu lui a provocare il falso attentato che portò la Germania a invadere la Polonia) venne incaricato di governare la Boemia e la Moravia e di occuparsi di fare piazza pulita di tutti gli ebrei, i malati, i vecchi, i partigiani, cosa di cui si occupò con eccezionale spietatezza. Fu ancora lui a presiedere il convegno in cui fu decisa la soluzione finale contro gli ebrei, attivandosi a trasportarli nei campi di concentramento insieme a Himmler. Ma la sua presunzione gli costò la vita: ferito dai partigiani, non aveva subito danni gravi, ma fu curato malamente. Dopo alcuni giorni una grave infezione del sangue, dovuta al contatto della milza con dei crini di cavallo dell’imbottitura dei sedili della sua Mercedes, lo portò alla morte. Definito il macellaio di Praga, la bestia bionda, il genio del male di Himmler, il giovane dio malvagio della morte, il nome di Heydrich non è molto ricordato, ma il suo compito all’interno del nazismo fu uno dei più bestiali e feroci.