L’omicidio della giovane Desirèe Piovanelli sarà al centro della nuova puntata di Quarto Grado, in onda stasera su Rete 4. La vittima aveva appena 14 anni quando fu trucidata dal branco a Leno, in provincia di Brescia, il 28 settembre 2012. Desi, come era chiamata dai suoi amici, era un’adolescente come tanti, brava a scuola, dove frequentava il primo anno al liceo scientifico di Manerbio. Quel maledetto giorno di fine settembre, la ragazzina fu colpita a morte da quattro vicini di casa, attirata in una trappola proprio da un coetaneo, Nicola Bertocchi, del quale Desi aveva espresso chiaramente l’intenzione di volergli stare alla larga. Nicola quel sabato le disse di aver trovato una cucciolata di tre gattini, custodita in una cascina a 300 metri dalla sua abitazione. In quella cascina però, Desirèe conobbe l’orrore: ad attenderla altri due coetanei ed un adulto, Giovanni Erra. I quattro tentarono di stuprarla, poi la massacrarono uccidendola a coltellate. Per quell’atroce delitto, gli adolescenti furono condannati a 18, 15 e 10 anni di reclusione, l’adulto, capobranco, a 30 anni di carcere. A 17 anni di distanza, tre degli assassini – all’epoca dei fatti tutti minorenni – sono tornati in libertà mentre Erra resta in carcere ma ha “vuole chiedere la revisione” del processo. A spiegarlo nelle passate settimane sono stati i suoi difensori, gli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza ai quali l’uomo ha conferito l’incarico affinché “compiano tutte le attività necessarie per arrivare ad una revisione” della sentenza. A detta dello stesso Erra, spiega Leggo.it, “E’ tempo di verità”.
DESIRÈE PIOVANELLI, IL PADRE DELLA 14ENNE CHIEDE LA VERITÀ
Secondo gli avvocati difensori di Giovanni Erra, l’adulto e l’unico ancora in carcere per l’omicidio di Desirèe Piovanelli, la verità processuale finora emersa sulla morte della 14enne avanzata dai giudici non sarebbe del tutto convincente. “E’ altamente probabile che nella Cascina Ermengarda è successo qualcosa di diverso, da quanto finora sancito dalla Giustizia”, dicono i due avvocati, attualmente al lavoro alla ricerca di nuovi elementi. Secondo le sentenze, la ragazzina fu uccisa dopo aver opposto resistenza ad un tentativo di violenza sessuale. Ad avere dubbi su quanto accaduto però, non sarebbe solo la difesa di Erra ma anche il padre della vittima, Maurizio Piovanelli, che nei mesi scorsi ha presentato alla procura di Brescia un esposto spiegando che dietro il delitto della figlia, a suo dire ci sarebbe “un qualcosa di molto più grande e che va oltre il tentativo di stupro, con dei mandanti che sono ancora in giro”. Era lo scorso agosto quando la famiglia di Desi chiedeva a gran voce la riapertura del caso. Nei giorni scorsi si è aggiunto un nuovo esposto da parte di un residente di Leno che chiede agli inquirenti di essere ascoltato. L’uomo, secondo quanto trapelato da BresciaOggi.it, vorrebbe indicare il nome di colui che è ritenuto il mandante dell’efferato omicidio della 14enne.