«Andando a cercare notizie sull’incendio avvenuto nell’aprile del 2012 che effettivamente danneggiò i locali della pizzeria, la verità sembra un’altra, e cioè che si sia trattato di un semplice corto circuito. Sia la polizia scientifica che i vigili del fuoco arrivarono alla medesima conclusione: incendio non doloso»: con queste e tante altre parole Selvaggia Lucarelli ieri sul Fatto Quotidiano prendeva netta posizione contro Gino Sorbillo, patron della nota pizzeria vittima di un attentato con bomba esplosa due settimane nel cuore di Napoli. In questo recentissimo caso l’intento intimidatorio è evidente – e la Lucarelli non lo mette in dubbio – con l’ipotesi della Camorra dietro al gravissimo episodio dell’ordigno: ma la giornalista dalla penna appuntita mette in discussione la modalità con cui in questi giorni Sorbillo continua a ribadire di essere stato vittima di un complotto e attentato contro il suo famoso esercizio nella Via dei Tribunali. «Ho scoperto che non tutto torna, dalle sue bugie sul precedente incendio che non era affatto doloso come racconta a una serie di passaggi nella narrazione di un uomo vittima della camorra, ma anche del suo egocentrismo: la bomba esplosa davanti alla mitica pizzeria di Gino Sorbillo è un fatto grave, che ha giustamente smosso procure, stampa e solidarietà. Tuttavia, proprio perché la camorra è una cosa seria e le parole lo sono altrettanto, c’è una serie di passaggi nella narrazione di questa vicenda che mi lascia molto perplessa e che ha che fare col modo in cui lo stesso Sorbillo e la stampa hanno raccontato il tutto».
LA CONTROREPLICA DI SELVAGGIA LUCARELLI E LA “PIZZA” DEDICATA
Ovvia la replica giunta questo pomeriggio dello stesso Gino Sorbillo durante una visita di una delegazione di parlamentari Pd della commissione antimafia nel suo locale composta da Paolo Siani, Nicola Pellicani e Walter Verini: «A me dispiace per Salvaggia Lucarelli. Con le sue parole fomenta l’odio. Le persone che stanno dietro a una tastiera – sostiene il pizzaiolo – colgono l’occasione si sfogarsi su Facebook e altrove, sempre perché devono cercare un mostro». La controreplica della Lucarelli è tanto semplice quanto ulteriormente “appuntita”: «Caro Sorbillo, non fomento odio, scrivo su un quotidiano che lei non ha raccontato la verità e che ha spacciato per intimidazione della camorra un semplice corto circuito che ha provocato un incendio nella sua pizzeria. Risponda nel merito anziché fare la vittima». In conclusione della visita dei parlamentari dem, Sorbillo ha voluto dedicare una pizza con su scritto proprio “Selvaggia Lucarelli”: «E se vuole può venire a mangiarla nella mia pizzeria».