L’acqua su Marte c’è stata e le prove in tal senso continuano ad affluire grazie alle ultime scoperte scientifiche, utili a a definire un quadro sempre più completo della situazione del Pianeta Rosso. Le ultime scoperte danno conto delle tracce di 24 laghi antichissimi, risalenti a 3,5 miliadi di anni fa ma, fattore ancora più interessante dal punto di vista scientifico, almeno 5 di essi hanno una composizione di minerali tale da poter ospitare forme di vita. Dopo tante ipotesi e supposizioni, il merito di aver scoperto la prima prova diretta dei laghi di Marte spetta all’italiano Francesco Salese, ora nell’università olandese di Utrecht. La sua ricerca, pubblicata sul Journal of Geophysical Research-Planets e condotta in collaborazione con il gruppo di Gian Gabriele Ori, dell’Università ‘Gabriele D’Annunzio’ di Pescara, indica che l’acqua è stata presente sul Pianeta Rosso non solo al Polo Sud, dove in estate è stata testimoniata la presenza di un lago salato, ma che anche l’emisfero Nord di Marte ne è stato pieno.
MARTE, “PROVATA GEOLOGICAMENTE LA PRESENZA DI ACQUA”
L’autore della ricerca, l’italiano Francesco Salese, sentito dall’Ansa ha commentato:”Finora più modelli avevano ipotizzato la presenza di acqua nascosta nel sottosuolo marziano, ma adesso ne abbiamo la prima evidenza geologica”. I dati pervenuti dai satelliti Mars Express dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Mars Reconnaissance Orbiter (Mro) della Nasa, come spiega Salese, evidenziano che i 24 antichissimi laghi scoperti su Marte fossero tutti molto profondi, almeno 4.000 metri, ad ulteriore prova di come sul pianeta vi fosse moltissima acqua. Secondo lo studioso, vincitore di una borsa europea di post-dottorato ‘Marie Curie’ “il grande oceano che si ritiene sia esistito sul pianeta era contemporaneo di questo grande sistema di laghi”. L’importanza della scoperta, però, non è soltanto quella relativa alla presenza di acqua, bensì alla correlazione con la vita. Salese ha spiegato infatti:”La presenza di acqua per un lungo periodo è una condizione necessaria per l’esistenza di un’eventuale vita passata, ma da sola non sufficiente”. Sono proprio i minerali rintracciati in alcuni dei siti analizzati, indispensabili per creare le condizioni necessarie all’ipotesi di vita, a lasciar parlare gli studiosi di siti “ad alta priorità per la ricerca della vita dove prodotti organici potrebbero avere avuto una alta probabilità di conservarsi”.