Licia Ronzulli è la vera “zarina” di Silvio Berlusconi: dura da molto più di tutte le altre passate nel ruolo di “tuttofare” alle spalle dell’ex Cavaliere e soprattutto si trova nel difficile ruolo di una fase politica assai più complessa con i sondaggi e gli scenari che sono evidentemente cambiati rispetto al periodo d’oro berlusconiano. Ora la senatrice di Forza Italia, oltre ad occuparsi nottegiorno dell’anziano leader di Centrodestra, è anche presidente della Commissione Bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza e ogni giorno si trova alle prese dei complessi e difficili casi di bullismo e violenze sia nelle scuole che nel web. Anni fa fu conosciuta dal mondo per essere l’Eurodeputata che si presentava in aula con la figlia piccola per poterla allattare: una donna forte che non si perde mai d’animo e che nell’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni si racconta a 360 gradi. «Era mio destino occuparmi dei giovani», ammette ridendo la bella senatrice, «ho il compito di indirizzare e controllare l’attuazione degli accordi internazionali sui diritti dei bambini e degli adolescenti e ora mi sto occupando di analizzare tutti i nuovissimi casi di cyberbullismo». Un impegno gravoso e difficile che da politica, come da mamma, affronta senza mai risparmiarsi.
L’IMPEGNO POLITICO E LA FIGLIA
«Famiglie e scuole devono impegnarsi per un uso consapevole dei media digitali, ma anche e soprattutto contribuire alla crescita critica ed etica dei ragazzi», racconta ancora la Ronzulli nella lunga intervista ai colleghi di Tv Sorrisi e Canzoni. È lei ad aver presentato la proposta di legge all’ora di convivenza civile obbligatoria nelle scuole primarie, con l’appoggio della Lega e de vicepremier Matteo Salvini: non è però d’accordo con la proposta del Carroccio di legge sulla videosorveglianza interna a scuole e centri per gli anziani, e spiega il perché «All ddl proposto manca un requisito fondamentale, l’obbligo delle telecamere a circuito chiuso. Non può essere facoltativa la vigilanza della cura di chi non può difendersi, cos’ serve solo a lavarsi la coscienza». In merito invece alla difficile lotta educativa contro il bullismo, Licia Ronzulli cita alcune parole di una giovane ragazza che qualche tempo fa ha deciso di buttarsi dalla finestra suicidandosi in maniera tremenda: «le parole fanno più male delle botte. Ciò che mi è accaduto non deve più succedere a nessuno». L’impegno è totale ma non può mancare, nel difficile lavoro da portare avanti in Parlamento, il rapporto con la figlia Vittoria e la sua famiglia: «sono separata e tutto è più complicato. Combatto ogni giorno con i miei sensi di colpa, come tutte le mamme che lavorano, perché purtroppo nel nostro Paese servizi e strumenti per aiutare le famiglie sono ancora una utopia». Per la senatrice, che ogni notte prende il treno da Roma per poter accompagnare la figlia a scuola io giorno dopo, i pochi tempi passati insieme sono fondamentali: «facciamo i compiti assieme e il weekend è sempre tutto nostro. Peccato che la domanda “come fai con tua figlia” ai papà non venga mai rivolta».