Fausto Coppi e Gino Bartali, i due grandi campioni del ciclismo italiano, protagonisti di tante sfide sportive, tornano a rivivere attraverso i ricordi del figlio Angelo Fausto e della nipote Gioia. Caterina Balivo, dopo aver raccolto i ricordi di Gloria Guida e aver ascoltato le toccanti dichiarazioni di Monica Leofreddi, ospita nel salotto di Vieni da me gli eredi dei due eroi della bicicletta. “Ho avuto il privilegio di vivere mio nonno perchè quando è venuto a mancare avevo già 31 anni” – ricorda Gino Bartali – “non è mai stato molto espansivo nei suoi modi, ma nele piccole cose sì. Ho dei ricordi molto belli”, aggiunge la nipote di Gino. Angelo Fausto Coppi, invece, non è riuscito a godersi totalmente il padre: “questa è una delle ultime fotografie che ho con il mio papà perchè quando è venuto a mancare avevo solo quattro anni e mezzo”, dice il figlio di coppi guardando una foto del passato. “Era un papà molto dolce, ma purtroppo ho pochi ricordi se non quelli di un papà a casa. Non ho, invece, i ricordi delle sue gare e mi dispiace molto”, aggiunge.
FAUSTO COPPI E GINO BARTALI: DUE EROI DEL CICLISMO E NON SOLO
Fausto Coppi e Gino Bartali non sono stati solo due campioni, ma anche due uomini coraggiosi, insofferenti alle regole. Diversi nella vita, lo erano anche quando salivano in sella alla bicicletta. Fausto Coppi si mise contro tutto e tutti per vivere il suo amore con con Giulia Occhini, conosciuta come la Dama Bianca. Un amore tormentato, proibito al’epoca perchè entrambi erano impegnati, ma da quell’amore nacque proprio Angelo Fausto: “non mi sono mai reso conto di questo scandalo. Io sono nato e cresciuto pensando che la mia fosse una famigia normale. Ho saputo in seguito del reato di adulterio. Mia mamma mi diceva sempre che i pochi anni che ha passato con i mio papà sono valsi tutti la sua vita”, dice il figlio di Coppi che, davanti a sè, ha solo l’immagine di due genitori che si sono amati tantissimo. Dall’altra parte, invece, Gioia Bartali ricorda l’eroismo del nonno nel salvare tantissimi ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. “In famiglia non ne ha mai parlato. Mia nonna non sapeva nulla, mio padre, invece, dopo aver saputo tutto quando aveva 15 anni perchè mio nonno gli raccontò tutto durante un viaggio, dopo la sua morte, è iniziata un’attività di ricerca ed è venuta fuori questa storia che testimonia la sua grande bontà e generosità”.