I dati di sopravvivenza dai tumori, redatta in Gran Bretagna, evidenziano come la diagnosi precoce sia fondamentale. Sono diversi gli errori da non commettere assolutamente, andiamo a vederli per gradi. La prima cosa da evitare è quella di sottovalutare quelli che sono i segnali che ci manda il nostro corpo. E’ vero che i tumori si manifestano solo in fase avanzata, ma è pur sempre vero che un cambiamento all’interno del nostro organismo può portare a delle modifiche graduali e pronte a farci capire che qualcosa non va. Altrettanto importante è cercare di essere sempre e comunque molto concentrati nello screening del nostro stato di salute, cercando di trovare medici competenti e ospedali o centri dove ci siano strumentazioni adatte a tutti gli esami necessari per stare bene. Non si deve ovviamente sottovalutare quello che possiamo fare tutti i giorni per evitare di ammalarci e cioè mangiare bene ed effettuare attività fisica. Ovviamente è sicuramente importante cercare di farsi seguire da un professionista che possa indicarci la strada per curare al meglio il nostro corpo. (agg. di Matteo Fantozzi)
Ecco come evitare tutti i rischi
Una diagnosi precoce del tumore può essere decisiva, ma come si può cercare di evitare ogni possibile rischio? Difficile dirlo con certezza, ma è chiaro che uno screening completo effettuato a cadenza regolare può sicuramente portare a un netto miglioramento delle possibilità di diagnosi. Purtroppo molte forme di cancro rimangono silenti da sintomi fino a che lo stato è avanzato e i rischi sono di certo moltiplicati in maniera esponenziale. Uno studio britannico ha confermato, con dati precisi, come in alcuni casi la diagnosi precoce possa essere decisiva per la cura e per questo diventa importante ancora una volta il detto “meglio prevenire che curare”. Per questo non ci si deve tirare indietro di fronte a controlli che possono sembrare una scocciatura ma che in molti casi possono salvarci la vita. Uno studio concreto della nostra condizione medica generale deve essere dunque una sana abitudine di tutti, ora per questo c’è anche un motivo in più. (agg. di Matteo Fantozzi)
Arriva la conferma
Una diagnosi precoce risulta essere sempre più decisiva nello studio dei tumori. Da sempre questa affermazione viene ripetuta dai medici, ma ora arrivano anche delle stime ufficiali legate ai dati sulla sopravvivenza dei malati. Sulla rivista specializzata British Medical Journal sono state pubblicate per la prima volta dall’Office for National Statistic le stime sulla sopravvivenza dei vari tumori in base allo stadio in cui questi vengono diagnosticati. Purtroppo in alcuni casi ancora non è possibile avere dei significativi miglioramenti in alcuni casi, ma in altri la diagnosi precoce può essere davvero determinante. I tassi di sopravvivenza più alti vengono ritrovati in melanoma, tumore alla prostata e al seno. I nuovi dati pubblicati ci mostrano però, purtroppo, che ancora troppi di questi tumori vengano diagnosticati con un significativo ritardo. Sicuramente in questo caso è giustificabile pronunciare la parola prevenzione come decisiva nella riuscita della cura.
Tumori, diagnosi precoce decisiva: benefici maggiori nei casi più aggressivi
Per quanto riguarda i tumori più aggressivi diventa ancora più importante una diagnosi precoce. A spiegarlo è il direttore dell’Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma e ordinario di Oncologia alla Sapienza Paolo Marchetti. Questi, come riportato su Repubblica, specifica: “Dipende dal fatto che per alcuni tipi di tumore ci sono oggi cure molto efficaci che funzionano anche nelle fasi avanzate. Questi tumori hanno un’aggressività biologicamente diversa rispetto ad altri tipi nei quali la differenza tra intervenire precocemente o tardivamente ed è particolarmente importante“. Lo screening e l’adesione diventa fondamentale: “Questi dati, confermano che l’attivazione dei programmi di screening sul territorio si possono tradurre in un vantaggio davvero enorme per la sopravvivenza, permettono infatti un anticipo diagnostico. Si riesce quindi ad effettuare trattamenti su cellule che hanno avuto meno tempo per accumulare mutazioni che possono renderli resistenti ai farmaci”.