Anna Siena è morta a Napoli a 36 anni, perché i medici non le hanno fatto un’ecografia: aveva in grembo un feto morto ma nessuno all’ospedale Vecchio Pellegrini se ne era accorto. Recatasi nella struttura ospedaliera per un fortissimo mal di pancia, la giovane è stata rimandata a casa senza una vera spiegazione, e pochi giorni dopo è morta a causa delle sue condizioni fisiche improvvisamente degenerate. Due sono i medici indagati per quanto accaduto, e la famiglia di Anna vuole giustizia, e soprattutto, vuole delle risposte. In molti si sono espressi su questa triste pagina di malasanità, a cominciare dal dottor Gennaro Bassano, Segretario Nazionale Emergenza Sanitaria territoriale 118 Umus-SMI, secondo cui il gravissimo episodio va ad iscriversi in un quadro più ampio, al cui centro vi è un sistema al collasso: «La donna – scrive il medico in una lettera indirizzata a quotidianosanita.it – è vittima di una organizzazione che inevitabilmente soccombe al superaffollamento dei Pronto Soccorsi napoletani, conseguente ad una visione ospedalocentrica della Sanità Regionale, questo è il verosimile significato,dell’evitabile sacrificio della vita di Anna. Infatti in tali contesti maggiore è la possibilità che si determini l’errore umano». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
NAPOLI, MORTA PER “MAL DI PANCIA”: PARLA LA SORELLA DELLA VITTIMA/h2>
«Non si può morire così a 36 anni, non mi fermerò»: queste le parole della sorella di Anna Siena, la donna morta all’ospedale Vecchio Pellegrini con un feto senza vita nel grembo. Intervistata recentemente da Il Mattino, Olga Siena ha parlato della scomparsa della sorella maggiore, con l’ospedale che aveva diagnosticato un semplice mal di pancia: «Ci deve essere stato un errore e chi ha sbagliato deve pagare. Mia sorella potrebbe essere ancora viva se solo le avessero fatto un’ecografia durante la prima assistenza medica, il 15 gennaio, invece non le hanno praticato alcun esame strumentale. Abbiamo nutrito perplessità sulle cure ospedaliere fin da subito. Mia madre ha insistito chiedendo più volte un’ecografia addominale che non è mai stata praticata e dopo il referto per lombosciatalgia e le dimissioni, sempre mia madre decise di ritornare in ospedale per parlare nuovamente col medico ed assicurarsi che non ci fosse stato alcun errore». Olga ha poi aggiunto: «Vogliamo scoprire la verità e avere giustizia con la punizione dei responsabili e vorremmo che cose del genere non capitassero più a nessuno». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
TRAGEDIA A NAPOLI
Anna Siena, la donna di 36 anni morta lo scorso 18 gennaio dopo essersi andata in ospedale per dolori addominali era incinta. È emerso dall’autopsia eseguita oggi nel Secondo Policlinico, a distanza di numerosi giorni dal decesso. L’esame autoptico ha permesso di accertare che la donna portava in grembo un feto senza vita. Ma questa gravidanza anomala non era stata diagnosticata dai medici dell’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli, anzi era stata dimessa tre giorni prima per una lombosciatalgia. I familiari, attraverso gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, hanno sporto denuncia spiegando che in ospedale non era emerso niente di preoccupante. Dai medici le era stato solo consigliato di eseguire un’ecografia. Sulla vicenda la Procura di Napoli ha aperto un’inchiesta: nel registro degli indagati risultato iscritti due medici per omicidio colposo. La donna, che si sarebbe sposata tra pochi mesi, ha vissuto un vero e proprio calvario prima di morire.
ANNA SIENA, 36ENNE MORTA COL MAL DI PANCIA: ERA INCINTA
L’assunzione degli analgesici prescritti dai medici attenuarono al momento i dolori all’addome, che però si presentarono ancora più forti alcuni giorni dopo costringendo la famiglia di Anna Siena a riportarla urgentemente in ospedale, dove poi è morta. La Procura di Napoli ha iscritto nel registro degli indagati, per omicidio colposo, i due medici che visitarono la donna il 15 gennaio. «È assurdo che nel 2019 un paziente esca da un pronto soccorso per dolori lancinanti a stomaco e schiena senza essere sottoposta a tutti controlli del caso, quando a volte anche una semplice radiografia può salvare la vita», dichiarano gli avvocati, come riportato da Fanpage. I legali si affidano alla magistratura e al ministro della Salute. «Si attivi per fare chiarezza su questo ennesimo caso che vede coinvolta una giovane di appena 36 anni che molto probabilmente poteva essere salvata». La scoperta dell’autopsia potrebbe aggravare ulteriormente la posizione dei medici dell’ospedale napoletano.