Sono trascorsi quasi 70 anni ma non si hanno notizie della statua della Madonna di Caramanico Terme, provincia di Pescara: venne rubata nella notte del 13 dicembre del 1950 e da allora non è stata più rinvenuta. Chi l’ha visto? ha acceso i riflettori sul mistero, ascoltando le testimonianze delle persone presenti all’epoca: «Il sacrestano passava sempre alle 7 della mattina con dei chiavoni lunghi, quando camminava li sentivi e ti svegliavano. Quando lui andò in Chiesa per aprire la chiesa, trovò le porte aperte: tornò indietro gridando “hanno rubato la Madonna, hanno rubato la Madonna”», esordisce Flavio Camplone. Maria De Marinis, un’altra cittadina di Caramanico Terme, spiega il dolore provato per la scomparsa della statua: «Per tutta la mia famiglia è stata peggio di una persona cara, peggio: la Madonna era tutto per noi».
“UNA FERITA ANCORA APERTA”
Il piedistallo della madonna è stato lasciato all’entrata della Chiesa, come spiega il signor Flavio: «Ci siamo subito vestiti e venimmo subito in Chiesa: c’erano due donne e mi colpì subito il parroco che piangeva. O queste porte sono state aperte volutamente oppure qualcuno era nascosto dentro ed ha aperto da dentro. Quando siamo entrati dentro io e mia zia, questa puntina qua è rimasta attaccata alla punta del piede». Cristina Parone, esperta di tradizioni e storia locale, ha spiegato: «E’ uno dei simboli più potenti dalla nostra comunità, è l’espressione massima della fede mariana di Caramanico. E’ una statuina piccola, un metro, in argento brunita fasciata da un manto molto elegante damascato, con il capo cinto da una corona preziosissima con merli smaltati in oro con ambra, cocco e altre pietre preziose». Infine, l’appello di Simone Angelucci, sindaco di Caramanico Terme: «E’ ancora una ferita aperta, non bisogna cercare le colpe, perché fanno parte di un’altra epoca, ma è importante per noi ritrovarla perché è un simbolo della nostra comunità: facciamo un appello a tutte le persone, anche in anonimato, possono segnalarci la possibilità di ritrovare questo pezzo».