Ghemon è uno dei 12 big ad esibirsi durante la seconda serata di Sanremo 2019. Il rapper avellinese ha riproposto sul palcoscenico del Teatro Ariston la canzone “Rose viola”, un brano in cui si parla al femminile. Una scelta analoga visto che il cantante si immedesima nei panni di una ragazza intenta a vivere una complicata storia d’amore. In realtà il rapper porta in gara un’originalissima canzone d’amore in particolare modo perché per la prima volta la voce narrante è una donna. Per Ghemon questa è la prima volta al Festival di Sanremo come cantante big in gara. Una partecipazione importante per il rapper destinato a fare grandi cose nel panorama musicale italiano. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
GHEMON, PRIMA VOLTA A SANREMO 2019
Ieri sera Ghemon, è salito per la prima volta sul palcoscenico del Teatro Ariston di Sanremo 2019. Mettendo da parte la musica rap, ha dimostrato di avere una voce niente male, in grado di catalizzare l’attenzione del pubblico. “Rose viola” è il titolo del suo brano che ha firmato al fianco di Stefano Tognini, tornato al Festival dopo avere prodotto “Ragazzi fuori” interpretato da Clementino nel 2017. Il brano, con sonorità prevalentemente soul, racconta una storia d’amore al femminile. Ilgiorno.it, ha intervistato proprio l’autore del brano, scritto a quattro mani con il rapper. Tognini, svela di avere costruito la canzone quasi in maniera casuale: “Da un anno a questa parte lavoro a Milano presso lo studio di Takagi e Ketra che si trova accanto a quello di Ghemon. Fino ad allora con lui non avevo mai collaborato, ma fra noi c’è sempre stato un rapporto di grande stima reciproca. Un giorno, quasi per scherzo, abbiamo deciso di creare una canzone al femminile che come tale avrebbe dovuto essere interpretata da un’artista donna, ma le cose sono andate diversamente: il brano ci piaceva molto ed ecco che Ghemon lo ha scelto per Sanremo conservandone lo stesso punto di vista femminile”.
Ghemon, a Sanremo 2019 con Rose viola
Rose viola non è assolutamente un brano rap, ma si tratta di una sorta di mix fra soul e R&B al quale hanno scelto di integrare anche diversi strumenti tra cui archi, chitarre e pianoforte. Nella serata di venerdì dedicata ai duetti, invece, il brano verrà reinterpretato insieme a Diodato e ai Calibro 35. Ghemon, intervistato per Il Secolo XIX, ha spiegato di volere virare verso il cantautorato. Messo da parte il rap e la trap, confida di essere un artista molto versatile. “Ho scritto un brano in cui la voce narrante è femminile – racconta – Si pensa che il rap sia machista e non abbia rispetto per le donne, parlare da una prospettiva femminile è una bella maniera per far capire che invece esistono tante sfumature. È un brano nato sul divano, nella massima spontaneità, che mi rappresenta senza sovrastrutture. È venuto fuori in maniera naturale senza pensare a Sanremo ma sono felice di essere qui: Baglioni è come il direttore tecnico di una grande squadra di calcio che deve rinverdire il parco giocatori: ha iniziato l’anno scorso e quest’anno ha terminato il lavoro, facendo sì che il mondo del rap, del trap e dell’indie non rimanesse escluso dal festival”.