Achille Lauro
torna sul palco dell’Ariston dopo il Festival di Sanremo 2019 per cantare nuovamente “Rolls Royce”, il brano che ha fatto tanto discutere in questa edizione (anche per le accuse di plagio) e che si è piazzato al nono posto nella classifica finale. Nello speciale di “Domenica In” però è andato in scena anche un siparietto tra il musicista e la conduttrice. Il primo ha dichiarato la sua ammirazione per Mara Venier e ha cantato due volte il brano. «Grazie Mara sono qui di fronte ad un’icona della televisione italiana. Sei una donna meravigliosa». È emozionato, ma trova le parole per spiegare il titolo. «È una citazione da Marilyn Monroe “Se devo piangere preferisco farlo sul sedile di una Rolls Royce piuttosto che sul vagone di un metro”». Non manca un selfie con la “zia” e il chitarrista Boss Doms, pubblicato in diretta sul profilo Instagram della conduttrice (clicca qui per vederlo). Achille Lauro ha detto di essere contento del piazzamento e ha ricordato che «esattamente 30 anni fa la grandissima Mia Martini si esibiva sul palco dell’Ariston con uno dei brani più emozionanti della storia della musica italiana. “Almeno tu nell’universo”». Era il 1989 e Mia Martini arrivò nona. (agg. di Silvana Palazzo)
“IO COME VASCO? NO, LUI NON SI TOCCA”
“Ero dietro i camerini e dicevo: che bello, adesso incontro Mara Venier”. Ha inizio con queste parole l’esibizione di Achille Lauro nell’appuntamento di Domenica In dedicato al Festival di Sanremo 2019. “Un primo Festival incredibile – conferma il cantante – entriamo da alieni e usciamo con un tesoro, è stata una bella prova […] non sono abbattuto dal parco, per me è un macello”. E a chi l’ha accostato a Vasco Rossi, protagonista a Sanremo con la sua Vita spericolata, l’artista risponde: “Io come Vasco? È troppo, Vasco non si tocca, magari fare solo la metà di quello che ha fatto lui”. Dalla sua parte Fabio Canino: “mi sei piaciuto tantissimo. Le cose moderne hanno un po’di difficoltà in questo paese”, ma a difenderlo dagli attacchi di alcuni membri del parterre c’è anche Alberto Matano: “lui rappresenta la vera sfida di questo festival, che è la contemporaneità”. E a chi ancora non conosce così bene il trap, Lauro risponde: “Lo spiego minimale. È un upgrade del rap in chiave moderna, con una sonorità differente”. (Agg. di Fabiola Iuliano)
SALVINI: “UNA CANZONE PIETOSA”
Lo si può amare o odiare, è certo che il vero protagonista di questo Festival di Sanremo è stato Achille Lauro. Al centro di mille polemiche, prima per il contenuto del testo della sua “Rolls Royce” – che secondo Striscia La Notizia sarebbe un inno alla droga – poi per il presunto plagio. Critiche sono arrivate da vari fronti, anche il ministro degli interni e vicepremier Matteo Salvini si è esposto sulla canzone di Lauro – «canzone penosa e pietosa, come musica, come testo, come immagine» – ritenendola non proprio adatta alla kermesse. Ma Achille Lauro non si fa di certo scalfire da queste dichiarazioni, anzi. «La musica è soggettiva. Può piacere o non piacere ed è giusto che arrivino critiche ed elogi – manda a dire il cantante -. Credo comunque che la mia canzone sia una piccola opera d’arte per quanto riguarda il mio percorso». E chissà che non possa conquistare, alla fine di questa serata, una delle prime posizioni della classifica. (Agg. di Anna Montesano)
MORGAN DICE LA SUA
Proseguono le accuse di plagio nei confronti dei pezzi suonati al Festival di Sanremo, fra cui Rolls Royce di Achille Lauro. Il brano cantato dall’irriverente trapper romano è stato senza dubbio uno di quelli più discussi dell’ultima settimana, a cominciare dalla presunta similitudine con il pezzo “1979” degli Smashing Pumpkins, passando per le accuse di essere un inno alla droga, arrivando fino ad un altro presunto plagio, secondo cui Rolls Royce sarebbe molto simile alla canzone, “Delicatamente” degli Enter. A queste accuse ha cercato di replicare Morgan, che ieri si è esibito proprio con Achille Lauro durante la serata dei duetti. «Spesso ho valutato per la Siae casi di plagio, quindi me ne intendo – le parole del cantante ai microfoni del programma ItaliaSì in onda su Rai Uno – vi dico che non c’è plagio. Si basa sulla melodia, qui non è plagiata. Gli accordi ricorrono molto spesso, come quelle di Gino Paoli con Umberto Tozzi. Non ci si può basare sull’armonia, ma solo sulla melodia. E devono essere più di sette note. La polemica non sussiste. Si tratta di una successione armonica fatta di due accordi. Può capitare un mi e un la che ricorrono, ma non è plagio». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ACHILLE LAURO E IL PRESUNTO PLAGIO
Achille Lauro ancora al centro delle polemiche. Dopo le accuse da parte di Striscia e Frankie Hi-Nrg, colpevoli – rispettivamente – di aver reinterpretato Rolls Royce e di averla giudicata “troppo simile” a un altro inciso, anche gli Enter depositano la diffida. Tre, per la precisione: una a Lauro, una a Baglioni e la terza alla casa discografica. Il brano sarebbe troppo simile a Delicata-mente, la canzone con cui si sono presentati a Sanremo D.O.C. nel 2014. Ancora nessuna risposta da parte di Lauro; quanto agli Smashing, invece, il rapper si “difende”. “Questa cosa me la hanno detta poco fa e devo dire che sono quasi contento”, spiega ad Adnkronos, “perché essere paragonato agli Smashing Pumpkins è un onore per me. Questo pezzo in realtà prende ispirazione da altro: da Elvis, da Twist and Shout dei Beatles, ma sono contento di essere paragonato agli Smashing Pumpkins”. [agg. di Rossella Pastore]
IL SIGNIFICATO DEL BRANO
Achille Lauro
è la vera novità di questo 69esimo Festival di Sanremo 2019 targato Claudio Baglioni. Con la sua canzone “Rolls Royce” sin dalla prima interpretazione ha fatto parecchio discutere. Due le principali accuse, entrambe molto pesanti se solo fossero vere: un presunto plagio e il vero significato del testo, definito da Striscia la Notizia un inno all’ecstasy. Nel corso della prima serata, il trapper nonostante la novità portata sul palcoscenico dell’Ariston non è riuscito a convincere fino in fondo la giuria demoscopica che lo ha fatto scivolare dritto nella zona più a rischio, ovvero quella “Rossa”. Probabilmente il pezzo presentato è apparso fin troppo all’avanguardia rispetto alla tradizione della kermesse sanremese. Eppure subito dopo la prima esibizione, soprattutto sui social si è parlato apertamente di plagio, accostando il brano “Rolls Royce” a “1979” degli Smashing Pumpkins. Un paragone forse fin troppo azzardato anche se a notarlo sarebbe stato un esperto del settore come Frankie hi-nrg, sebbene se avesse parlato in tono ironico. Abbandonata la zona sicura rappresentata dalla trap, Achille Lauro ha senza dubbio avuto il pregio di osare, in un mare di citazioni buttate forse non proprio a caso.
ACHILLE LAURO, LA SECONDA ESIBIZIONE A SANREMO 2019
Già nella seconda serata, Achille Lauro ha dimostrato di essere in grado di fare molto di più con la sua “Rolls Royce“, compiendo un balzo in avanti non indifferente e posizionandosi tra i candidati al podio. Non è un caso se le votazioni della sala stampa lo hanno inserito nella “Zona Blu”, ovvero quella di sicurezza, sebbene si sia trattato di una classifica parziale. Il cantante che viene dalla trap ha aperto la seconda serata e anche in questa sua nuova esibizione, al pari della prima, ha collezionato qualche sbavatura di troppo, nonostante l’uso dell’autotune. Eppure il ritornello entra in testa ed è destinato ad uscirne con grande difficoltà nonostante le successive esibizioni dei colleghi. Il suo resta un pezzo semplice, con un riff fresco tra punk, rock e glam. In tanti lo hanno paragonato allo stile di Vasco Rossi ma senza l’autotune. Per il momento Achille Lauro può accontentarsi dell’ottima posizione in classifica parziale anche se le polemiche potrebbero destabilizzarlo in occasione della serata finale.
LUI METTE A TACERE LE POLEMICHE
L’accusa iniziale di plagio è stata quasi del tutto oscurata da una nuova polemica che ha travolto Achille Lauro. “Rolls Royce” è un inno all’ecstasy? A sollevare il dubbio è il Tg satirico Striscia la Notizia secondo il quale proprio così verrebbe chiamata una pasticca di droga. “Spirit of Ecstasy”, infatti, sarebbe non solo il nome del simbolo della casa automobilistica ma anche quello di una droga sintetica. Da qui la domanda del Tg satirico di Canale 5, anche quest’anno contro il Festival: “Il direttore artistico era in sé quando l’ha ascoltata e scelta per il Festival di Sanremo?“. Puntuale la replica del cantante all’Ansa che ha messo a tacere ogni tipo di polemica: “Ogni giorno esce una cosa nuova, prima il plagio che non e’ un plagio. Ora questo. Ma io non ho mai sentito parlare di questa cosa. Rolls Royce è la macchina, è lo status. Il pezzo parla di tutte icone mondiali: dal mondo di Hollywood alla musica, allo stile“. Intanto Striscia la Notizia continua a dubitare, in attesa di una nuova possibile polemica che potrebbe portarlo, questa volta, dritto al podio.
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