Con il passare delle ore emergono nuovi particolari choc in merito alla tragedia di Asiago, dove lo scorso lunedì, nell’abitazione di contrada Pennar una donna di 43 anni, Silvia Marzaro avrebbe ucciso i suoi due anziani genitori per poi togliersi la vita. Nel pomeriggio di mercoledì sono iniziate le autopsie sui cadaveri di Italo e Ubaldina, 85 e 83 anni, così come della figlia Silvia e sono andate avanti fino a ieri, presso l’ospedale di Vicenza. Secondo quanto riferito da Il Gazzettino nell’edizione online, non è escluso che la 43enne veneziana, nel suo diabolico piano, abbia deciso di utilizzare anche le due cinture di stoffa degli accappatoio, poi rinvenute sporche di sangue in un sacco di nylon abbandonato nel bagno. Con queste avrebbe ucciso i due genitori prima di suicidarsi. Al momento il lavoro dei medici legali non sarebbe ancora del tutto terminato e per tale ragione non sono ancora stati fissati i funerali che si svolgeranno a Mirano, loro città di origine. Sul piano delle indagini, però, resta del tutto valida la pista del duplice omicidio-suicidio ma si attendono ancora gli esami tossicologici per una ulteriore conferma.
TRAGEDIA DI ASIAGO: È GIALLO SULLE MODALITÀ DEL SUICIDIO DELLA FIGLIA
Secondo gli inquirenti che indagano al caso di Asiago, la figlia Silvia avrebbe studiato e portato nei minimi dettagli a compimento il suo piano diabolico che prevedeva anche la somministrazione di sonniferi e di un mix di farmaci ai genitori, al fine di stordirli. Solo a quel punto avrebbe messo in atto il suo macabro rituale prima usando le cinture e poi soffocandoli con dei cuscini. Non è escluso che abbia infilato le cinture in gola ad entrambi i genitori, alla luce dei risultati dell’autopsia che evidenziano nei due anziani lesioni alla trachea e in gola. Al momento, le due cinghie piene di sangue sono al vaglio dei Ris di Parma che con il loro lavoro contribuiranno a fare chiarezza sull’ordine delle azioni compiute dalla donna. Dopo la morte dei genitori, Silvia avrebbe avuto il tempo (anche in questo caso sarà l’autopsia a stabilire quanto) per sistemare i cadaveri dei due anziani a letto, ha ripulito casa in modo quasi maniacale ed infine si è tolta la vita. Resta però il giallo sulle modalità del decesso. La 43enne già la scorsa estate aveva tentato il suicidio ingerendo una grande quantità di farmaci. Questa volta è stata ritrovata distesa nel corridoio di casa con attorno al collo una cordicella di cotone (forse sempre di un accappatoio) e in un lago di sangue causato da una ferita al capo in seguito ad una caduta. Non è ancora chiaro se e cosa abbia assunto prima di suicidarsi.