Scatta l’allarme meningite con un piano di allerta sanitario progressivo. Le informazioni mediche sono emerse dalle strutture sanitarie per cercare di lanciare una vera e propria prevenzione. Sono 230 tra bambini e operatori sanitari ad essere in profilassi dopo che nell’ultimo periodo sono state diverse le situazioni complicate. Venerdì sera è stata ricoverata una signora di 50 anni, una bidella, a Umbertide poi trasferita in gravi condizioni a Città di Castello. Le Asl così hanno fatto scattare immediatamente il piano sanitario che ha coinvolto personale medico, direzione scolastica, sindaco e assessore di riferimento. I vigili urbani hanno così predisposto appunto la profilassi. Si tratta tra questi dei bambini che hanno frequentato gli istituti dove lavorava l’operatrice scolastica cioè le strutture delle frazioni Montecastelli e Verna oltre alla scuola elementare G. di Vittorio di Umbertide. Alla profilassi è stato sottoposto anche il personale scolastico. (agg. di Matteo Fantozzi)
È GRAVE
Un nuovo caso di meningite si è verificato nelle ultime ore in Umbria dopo i tanti episodi che hanno interessato in queste ultime settimane tante parti d’Italia. Come riportato da La Nazione, ad informare del caso di contagio che ha interessato una donna di 55 anni ricoverata in prognosi riservata nell’unità di rianimazione e terapia intensiva dell’ospedale di Città di Castello a causa di una meningite meningococcica è stata l’Usl Umbria 1. La situazione, stando a quel che si apprende si è aggravata nella mattinata di ieri, venerdì 8 febbraio 2019, quando la donna si è recata al pronto soccorso dell’ospedale di Umbertide e, vista la gravità del quadro clinico, ne è stato successivamente disposto il trasferimento presso l’ospedale di Città di Castello.
MENINGITE, DONNA DI 55 ANNI IN PROGNOSI RISERVATA
Per arrivare all’esatta diagnosi di meningite meningococcica che purtroppo ha costretto una donna di 55 anni al ricovero in prognosi riservata nel reparto di rianimazione e terapia intensiva dell’ospedale di Città di Castello è stato decisivo proprio il trasporto in questa struttura, dove le consulenze specialistiche e il prelievo del liquor hanno confermato i sospetti emersi già in fase di visita della paziente. Come riportato da La Nazione, la direzione medica ospedaliera ha immediatamente avviato la profilassi tra gli operatori esposti, e dunque tra quelli che sono entrati a stretto contatto con la donna nelle fasi di trasporto in pronto soccorso e di trasferimento a Città di Castello. Con la stessa tempestività, il servizio di igiene e sanità pubblica sta provvedendo inoltre alla profilassi antibiotica delle altre persone venute potenzialmente in contatto con la paziente, tra cui i familiari della 55enne.