Vito Mazzi, l’uomo trovato impiccato nelle campagne di Martina Franca il 18 novembre 2018, potrebbe essere stato ucciso. Dopo la denuncia presentata dalla moglie del 44enne di Alberobello, la procura di Taranto ha disposto l’esumazione della salma e di procedere con l’autopsia. L’ipotesi di reato è omicidio volontario. Il pm Ida Perrone ha scritto: «Ignoti, collocando una corda intorno al collo al fine di simulare il suicidio per impiccagione, ne cagionavano la morte». Inizialmente era emersa l’ipotesi del suicidio, ma nelle settimane scorse la moglie di Vito Mazzi ha sollecitato la magistratura affinché accerti le vere cause della morte dell’uomo, depositando una denuncia. La donna spiegava che il 44enne aveva problemi di deambulazione legali ad un incidente domestico, avvenuto nel luglio precedente la sua scomparsa, e non si sarebbe potuto arrampicare da solo all’albero. Inoltre, forniva anche spunti investigativi legati a possibili debiti contratti a causa del gioco d’azzardo.
VITO MAZZI, TROVATO IMPICCATO A UN ALBERO: FORSE FU OMICIDIO
Vito Mazzi non si sarebbe suicidato ma potrebbe essere stato ucciso. È stato riaperto il caso relativo alla morte del 44enne di Alberobello. Il 13 febbraio sarà conferito l’incarico per l’autopsia al medico legale barese Francesco Introna. «Accolgo con soddisfazione la decisione del pubblico ministero e plaudo alla grande capacità e determinazione mostrata dall’ufficio di Procura», ha dichiarato l’avvocato Eugenio Pini, come riportato da Repubblica. La moglie Antonella Sumerano, con il contributo tecnico della criminologa e psicopatologa Diana Papaleo, aveva chiesto approfondimenti. «Dai sopralluoghi effettuati assieme all’avvocato Pini, l’ipotesi di suicidio è da escludere perché ci sono troppe incongruenze: ci si chiede come abbia potuto agire da solo vista la tendinite al piede che gli impediva di camminare, e la dimensione e la forma dell’albero. Tutto lascia intravedere l’ipotesi di omicidio», aveva evidenziato la criminologa.