Dalla Piazza San Pietro, come ogni domenica, Papa Francesco ha abbracciato l’intera cristianità con l’Angelus e un breve commento ai fatti della settimana oltre al consueto Vangelo del giorno. Importante, tra i temi trattati da Bergoglio, il ricordo in merito alla “Giornata mondiale contro la tratta di persone” che ricorreva proprio 2 giorni fa. «Il motto di quest’anno è “Insieme contro la tratta” [in Piazza applaudono] – Un’altra volta! [ripetono] “Insieme contro la tratta”! Non dimenticare questo. Invita ad unire le forze per vincere questa sfida. Ringrazio tutti coloro che combattono su questo fronte, in particolare tante religiose. Faccio appello specialmente ai governi, perché siano affrontate con decisione le cause di tale piaga e siano protette le vittime. Tutti però possiamo e dobbiamo collaborare denunciando i casi di sfruttamento e schiavitù di uomini, donne e bambini. La preghiera è la forza che sostiene il nostro impegno comune»: poco prima sempre Papa Francesco aveva commentato il Vangelo di San Luca sulla chiamata di Pietro. «Si tratta di una pesca miracolosa, segno della potenza della parola di Gesù: quando ci mettiamo con generosità al suo servizio, Egli compie in noi cose grandi. Così agisce con ciascuno di noi: ci chiede di accoglierlo sulla barca della nostra vita, per ripartire con Lui e solcare un nuovo mare, che si rivela carico di sorprese. Il suo invito a uscire nel mare aperto dell’umanità del nostro tempo, per essere testimoni di bontà e di misericordia, dà senso nuovo alla nostra esistenza, che rischia spesso di appiattirsi su sé stessa», spiega il Pontefice nell’Angelus del 10 febbraio.
LA PREGHIERA ALLA SANTA CONTRO LA TRATTA
Libertà contro schiavitù, progetto contro tirannia: il Santo Padre ricorda come il miracolo più grande compiuto da Gesù per Simon Pietro e gli altri pescatori “stanchi” «non è tanto la rete piena di pesci, quanto l’averli aiutati a non cadere vittime della delusione e dello scoraggiamento di fronte alle sconfitte. Li ha aperti a diventare annunciatori e testimoni della sua parola e del regno di Dio». Al termine dell’Angelus, Papa Francesco ha offerto all’intera piazza la possibilità di recitare assieme la preghiera di Santa Giuseppina Bakhita (religiosa sudanese, appartenente alla Congregazione delle Figlie della Carità) per celebrare la quinta Giornata mondiale contro le tratte: «Santa Giuseppina Bakhita, da bambina sei stata venduta come schiava e hai dovuto affrontare difficoltà e sofferenze indicibili. Una volta liberata dalla tua schiavitù fisica, hai trovato la vera redenzione nell’incontro con Cristo e la sua Chiesa. Santa Giuseppina Bakhita, aiuta tutti quelli che sono intrappolati nella schiavitù. A nome loro, intercedi presso il Dio della misericordia, in modo che le catene della loro prigionia possano essere spezzate. Possa Dio stesso liberare tutti coloro che sono stati minacciati, feriti o maltrattati dalla tratta e dal traffico di esseri umani. Porta sollievo a coloro che sopravvivono a questa schiavitù e insegna loro a vedere Gesù come modello di fede e speranza, così che possano guarire le proprie ferite. Ti supplichiamo di pregare e intercedere per tutti noi: affinché non cadiamo nell’indifferenza, affinché apriamo gli occhi e possiamo guardare le miserie e le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della loro dignità e della loro libertà e ascoltare il loro grido di aiuto. Amen. Santa Giuseppina Bakhita, prega per noi».