C’è un libro che sta per abbattersi sulla Chiesa e sul Vaticano: si intitola (con molta poca fantasia, va detto) “Sodoma” dove si trovano testimonianze, allusioni, insinuazioni e racconti di presunti incontro con sacerdoti e uomini di chiesa che vivrebbero una doppia vita. Contro la comunità LGBT ma in realtà essendo gay segretamente: questa è l’accusa principale che Frédéric Martel, l’autore del libro anche lui militante LGBT, fa contro la Chiesa proprio alla vigilia dell’importate e delicato summit voluto da Papa Francesco sugli abusi a minori prodotti da preti, cardinali e vescovi nel corso del Novecento e negli Anni Duemila. Corruzione e ipocrisia tra gli uomini di Chiesa sono le due testi centrali del libro “choc” che imbarazza la Santa Sede seppur con diverse e molte “insinuazioni” che non per forza saranno attinenti alla realtà. La data d’uscita è sinistramente sospetta: il 21 febbraio, cioè nel primo dei quattro giorni in cui la Chiesa si riunisce per trovare soluzioni con cui affrontare la piaga più grande della pedofilia e degli abusi.
L’AFFONDO DEL LIBRO “CONTRO” IL VATICANO
«8 preti su 10 sono gay e vivono una doppia vita»: la tesi centrale del libro di Martel non viene in realtà presentata, come notano La Stampa e Repubblica, con solidi numeri e riscontri statistici e si riferisce ad alcuni racconti di vittime, ex preti e attuali uomini di chiesa. Non solo, secondo il libro “Sodoma” tra i preti, chi è maggiormente omofobico nasconde una doppia vita gay: la vera dimostrazione sarebbe la vita del cardinale colombiano (defunto) Alfonso Lopez Truillo. «Egli per anni ha ricoperto una posizione governativa scagliandosi contro la contraccezione e l’omosessualità quando lui stesso avrebbe utilizzato giovani prostituti. Tutto da dimostrare ma nel libro la storia del cardinale viene tratteggiata nei particolari», riporta il Messaggero dopo aver letto le anticipazioni del volume dedicato al rapporto tra Chiesa e omosessualità. Secondo Martel, ci vuole molto coraggio nel fare coming out nella Santa Sede: ed eccolo che attacca, addirittura utilizzando il “prestigioso” Al Pacino come corredo alla tesi, «Per stare in Vaticano è meglio rispettare un codice, il ‘codice scheletro nell’armadio’, che consiste nel tollerare l’omosessualità di sacerdoti e vescovi, se necessario beneficiandone, continuando tuttavia a mantenere il segreto. La tolleranza va di pari passo con la discrezione. E, come dice Al Pacino nel Padrino, non si deve mai criticare o lasciare la propria ‘famiglia’: “Don’t ever take sides against the family». Nel libro si avanza poi come il Papa Emerito Benedetto XVI, una volta compreso la portata degli scandali interni e della lobby gay molto forte in Vaticano, abbia deciso di dimettersi: il tutto, ripetiamo, senza alcuna “prova” dimostrata. Il che per un libro d’inchiesta non è esattamente un ottimo biglietto da visita…