«La fame non ha presente né futuro. Solo passato»: con queste parole Papa Francesco ha cominciato il suo discorso questa mattina alla 42esima Assemblea dei Governatori Fao a Roma, sottolineando come non si possa trattarlo come un mero “slogan” ma di una verità e di un obiettivo «realizzabile anche se oggi più di 820 milioni di persone soffrono la fame e la malnutrizione nel mondo». Per la sessione del Consiglio dei Governatori del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (l’Ifad) presso la Fao, la presenza del Pontefice impreziosisce e fa aumentare di “valore” un’assemblea volta a dirimere sui prossimi step da attuare contro la fame e per uno sviluppo più organico a livello mondiale. «Gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è necessario l’impegno corale della comunità internazionale, della società civile e di quanti possiedono risorse, perché le responsabilità non si evadono, ma vanno assunte per offrire soluzioni concrete e reali», ricorda ancora Papa Francesco davanti alla platea di rappresentanti mondiali.
L’OMAGGIO DEL PREMIER CONTE A PAPA FRANCESCO
Un discorso pronunciato interamente in spagnolo dove il Santo Padre ha precisato la volontà di presenziare a tale conferenza Fao per il suo progetto di portare «gli aneliti e i bisogni della moltitudine di nostri fratelli che soffrono nel mondo, perché finalmente sia ascoltato il loro grido e considerate le loro preoccupazioni, senza dover arrossire guardando i loro volti». Sviluppo sostenibile, cura per l’ambiente e assoluta battaglia per assicurare infrastrutture e coltivazioni all’avanguardia in ogni parte del mondo: il progetto di Papa Francesco è certamente ambizioso e di difficile risoluzione nel breve tempo, ma questo non toglie l’intento e l’anelito all’origine, «Si tratta di affermare sempre la centralità della persona umana, ricordando che i nuovi processi in gestazione non possono sempre essere integrati entro modelli stabiliti dall’esterno ma provenienti dalla stessa cultura locale». Per questo il Papa insiste sull’incoraggiamento all’agenzia delle Nazioni Unite nel proseguire in una «maggiore decentralizzazione, promuovendo la cooperazione sud-sud, diversificando le fonti di finanziamento e le modalità di azione». Presente alla conferenza anche il Premier Giuseppe Conte, ha salutato così il Pontefice accanto a lui «Condizioni abitative adeguate, lavoro degno e accesso alle risorse naturali: ‘techo, trabajo y tierra’, sono le tre T a lei molto care, Santo Padre, e da lei evocate, essenziali per portare avanti la missione di sconfiggere la schiavitù della fame, un dovere morale, prima che un dovere politico».