MODIFICA PRONTA PER LA PACE CONTRIBUTIVA
Continuano i lavori in commissione al Senato sul decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, nella maggioranza si starebbe lavorando a un emendamento per modificare la pace contributiva, in modo che si possa portare fino a dieci anni, dagli attuali cinque, la rateizzazione degli importi (con un mimino di 30 euro di rata al mese) per il riscatto di alcuni anni non coperti da contributi, di modo che possa divenire più facile per gli interessati fare ricorso a questo strumento. Probabile che tale modifica possa anche andare, nelle intenzioni del Governo, a vantaggio di quegli esodati che, usando il riscatto contributivo potrebbero trovare una strada verso il pensionamento. Strada che non sta però bene la Comitato esodati licenziati e cessati, che ha già segnalato come di fatto si genererebbe una disparità di trattamento rispetto a quegli esodati che sono riusciti ad accedere alle otto salvaguardie finora varate. Tra i piani del Governo anche quello di portare a 50 anni il tetto di età per il riscatto agevolato della laurea.
SINDACATI IN GUERRA CONTRO IL M5S
Non è bastato il ritiro (momentaneo) dell’emendamento M5s sul taglio alle pensioni alle pensioni dei sindacalisti per bloccare l’emorragia della polemica scattata nelle ultime ore: quanto contenuto in un primo momento e poi stralciato dal M5s ha fatto scattare una reazione unitaria delle tre sigle sindacali più importanti d’Italia, le sempiterne Cgil, Cisl e Uil. «L’emendamento del M5s al decretone, relativo alla proposta di intervento sulle pensioni dei sindacalisti, “comprime in modo significativo la libertà di esercizio dell’azione sindacale», spiegano i leader dei tre sindacati nazionali attaccando il M5s di aver intentando una proposta di legge con «gravi problemi di legittimità costituzionale». Secondo i sindacalisti l’emendamento messo a punto dal M5S «oltre a non rispettare la libertà di attività sindacale tutelata dalla Costituzione, viola anche i criteri di parità di trattamento e di ragionevolezza previsti dalla Carta». (agg. di Niccolò Magnani)
PENSIONI SCUOLA, ASPETTATIVE ERANO MAGGIORI
Se Salvini esulta per un ottimo numero di domande sulla Quota 100 presentate all’Inps, dal mondo scuola arriva una battuta d’arresto per chi sperava invece in una maggiore adesione del corpo insegnanti, così da comportare un conseguente ricambio sul mondo del lavoro. Al momento, segnala Orizzonte Scuola, il numero di richieste per la pensione con Quota 100 ammonta a “solo” 6mila, molte meno di quelle immaginate alla vigilia del Decretone: c’è ancora tempo per la presentazione ma si iniziano a decretare primi giudizi in merito alle motivazioni dietro questa scarsa “adesione”. Di sicuro con il testo ancora in discussione in Parlamento e l’uscita dal lavoro che si concretizzerà non prima del prossimo anno didattico, i lavoratori del mondo scuola hanno frenato le loro richieste: ma il vero motivo riguarda quell’assegno più basso garantito a chi entra prima in pensione. Come spiega ancora Orizzonte Scuola, «la riduzione dell’importo è dovuta a una questione meramente matematica: con il sistema contributivo, la pensione è in relazione ai contributi versati» e dunque se si sceglie di uscire prima dal lavoro allora si smette di versare contributi dunque la pensione, inevitabilmente, sarà più basso rispetto a chi utilizzerà la scadenza naturale della fine lavoro. (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI VS FORNERO
Dopo aver visionato i dati rispetto alle prime domande giunte sul fronte Quota 100, il Ministro Salvini ha voluto commentare su Twitter con un sarcastico commento diretto all’ex Ministro del Lavoro del Governo Monti «50mila richieste di pensione anticipata grazie a Quota 100, non ditelo alla Fornero..». Per il leader leghista il successo di questi primi giorni di domande ufficiali dopo la presentazione del Decretone con la riforma pensioni è presto che servito: «Cinquantamila italiani hanno scelto il diritto alla pensione con quota 100, in poco meno di un mese (ma non ditelo alla Fornero)». I dati diffusi dal Giornale in effetti sono al momento ben auguranti per una buona riuscita della norma, di cui ancora però deve giungere il passaggio parlamentare per l’effettiva completezza: «la possibilità di anticipare il ritiro dal lavoro a 62 anni di età a patto di avere versato contributi per 38 anni sta raccogliendo adesioni crescenti fin dall’inizio. Il conteggio dell’Inps a poco meno di 20 giorni è arrivato a quota 49.922 domande, delle quali 17.077 da lavoratori pubblici», segnala il focus pensionistico su “Il Giornale”. (agg. di Niccolò Magnani)
TAGLIO PENSIONI SINDACALISTI, REPLICA M5S
Non si tratta di un ripensamento né di uno scontro interno al Governo, ma lo stop al taglio delle pensioni per i sindacalisti rappresenta secondo il Movimento 5 Stelle – che ricordiamo ieri ha annunciato di aver ritirato l’emendamento dal “Decretone” – è solo un incidente di percorso per formulare una norma precisa e senza sbavature. Lo ha spiegato bene ieri il Sottosegretario al Lavoro Claudio Cominardi: «Il ritiro dell’emendamento sul taglio delle pensioni d’oro ai sindacalisti non rappresenta un ripensamento politico ma la volontà di garantire una misura che sia inappuntabile». Per questo motivo, spiega ancora il membro del Governo, «L’emendamento sarà riformulato e ripresentato. Resta intatta la volontà di intervenire su un privilegio non tollerabile». È stata giusto di pochi giorni fa la richiesta fatta dal segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, direttamente al vicepremier Di Maio proprio in merito allo spinoso caso del taglio pensioni all’interno del Decreto-riforma Quota 100: «L’annuncio dei tagli alle pensioni dei sindacalisti, il vice presidente del Consiglio l’ha dato subito dopo la conclusione della grande manifestazione di Cgil Cisl e Uil del 9 febbraio. Quindi è ovvio che questa cosa sta assumendo un sapore di strumentalità davvero insopportabile». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PACIFICO
Entro il 28 febbraio il personale della scuola dovrà presentare la domanda relativa alla possibilità di utilizzare, avendone i requisiti, la riforma delle pensioni con Quota 100. Secondo Marcello Pacifico, occorre far sì che l’uscita dal lavoro per molti insegnanti sia accompagnata da un piano straordinario di assunzioni innanzitutto mirato alla stabilizzazione dei precari con almeno 36 mesi di servizi e risultati idonei negli ultimi concorsi. “Certamente la pensione anticipata produrrà un aumento del turnover la cui domanda potrà essere soddisfatta soltanto se si procederà ad assumere tutti i precari abilitati o senza abilitazione ma con 36 mesi su questi posti, e se si coglie l’occasione per assumere anche i docenti idonei degli ultimi concorsi, del Fit e far rientrare tutti i docenti immobilizzati per colpa di un algoritmo impazzito”, sono le parole del Presidente dell’Anief riportate da Orizzontescuola.it.
Secondo Pacifico è inoltre arrivato il momento di “ripensare l’intera struttura dello stipendio del personale docente, educativo ed Ata e la sua buonuscita, perché non tutti i lavori sono usuranti come quello che si svolge a scuola e non si può essere penalizzati in un sistema contributivo dove gli stipendi sono stati sganciati dell’inflazione e la pensione sarà sempre più vicina all’assegno sociale. Ci vuole un salario minimo di cittadinanza nel rispetto dei dettami della Costituzione e un rateo-pensione dignitoso per chi ha lavorato almeno 35 anni nella scuola”. Un’istanza che, come si può ben vedere, si ricollega al tema pensionistico.