Come avete potuto constatare, EPIdermicamente parlando, cioè a pelle, abbiamo scritto qualcosa davvero di EPIco, destinato a entrare in un’ideale vetrina dell’umorismo (alla faccia di quanto potrebbe fare in tal senso una comica e attrice esperta di EPIteti come G-EPI Cucciari!).
Considerato l’argomento di questa settimana, i nostri lettori ci perdoneranno se, anziché dall’incipit, come si è soliti fare, abbiamo principiato il nostro pezzo dall’EPIlogo. Platone direbbe (e noi avremmo potuto goderne): bravi ComicAstri, che bell’esempio di EPIsteme! E che roba è? Semplice: nella filosofia di Platone è il pensiero certo, incontrovertibile, contrapposto alla fragilità e vacuità delle credenze.
Se prendeste la briga di interrogare Google, chiedendogli quante parole della lingua italiana iniziano con EPI, il responso sarebbe sorprendente: ben 150! Certo, usate con estrema parsimonia dai più. Chi, infatti, si azzarderebbe a giocarsi una EPIzoozia? Trattasi di tipica espressione trasteverina, usata nel gergo popolare e formata da tre parti: EPI-Zoo-Zia. Il significato? “E PIjate la sorella de’ tu madre, portala a vede’ ‘ste bbestie nella gabbia!”. O forse, e più semplicemente, fa riferimento a una malattia di natura infettiva, che in poco tempo, e in territorio generalmente esteso, colpisce un gran numero d’animali della stessa specie o di specie diverse? Per noi, fate un po’ voi…
Ciò che conta, EPIsparuti (o EPIspariti?) lettori, è che oggi vogliamo parlarvi del prefisso EPI, che come ben sa lo Zingarelli, un vocabolario che sa tanti EPI (quasi tutti) perché li ha rubacchiati qua e là in giro per il mondo, “deriva dal greco e indica tutto ciò che sta sopra. Il più titolato inventore di parole che iniziano con EPI è stato EPIcuro, uno che ha sempre volato alto, avendo per sua natura la testa nell’EPIsfera. Come raccontano i suoi biografi, nato sotto un EPIstilio, cioè un’architrave, di una bella casa situata in una zona residenziale (EPIcentro) nel cuore di Samo, in Grecia, fin da piccolo, tra le braccia di sua madre, EPIcuro era solito EPItettare, cioè succhiare EPIteti, almeno sei volte al giorno e pure un paio di notte, in un incessante e avido movimento dell’EPIglottide. Crescendo, dopo una laurea in EPIgrafe, sorta di scrittura di EPIteti, divenne filosofo, EPIstemologo e pure EPIgrammatico, qualifica che nell’antica Ellade veniva considerata un’arte oratoria EPIfina (sopraffina). EPIcuro la padroneggiava con grande EPIcacia, sfidando spesso conoscenti, amici e nemici. Tra questi ultimi, un fabbro aspirante filosofo, che più volte si diede da fare per tenergli testa, per dimostrarsi suo EPIgono, con risultati, però, più che EPI, CATA (suffisso greco indicante il basso, giù: ma questa è un’altra storia e la racconteremo un’altra volta), riuscendo di fatto a sfornare tutt’al più EPIteti di grado inferiore, oggi si direbbe di Serie B. Così da passare alla storia come il B-EPI di Samo”.
Lasciando EPIcuro alle sapienti pagine del nostro Zinga, va detto che anche al giorno d’oggi la cronaca è piena di parole ed esempi che richiamano il prefisso EPI. Pensate all’attuale rapporto tra Icardi e l’Inter: siamo all’EPIfora, la secrezione continua di lacrime? Avete letto della Tav e dell’autonomia differenziata? Siamo agli EPItaffi? Che dire del vecchio Europarlamento, dominato dai popolari del Ppe, dai socialisti del Psoe e dai liberali? Destinato a essere spazzato via dai sovranisti, con tanto di EPIcedio (canto funebre)? E i rapporti sempre più tesi fra Salvini e Di Maio? Non vi sembrano entrambi impegnati soprattutto a frantumarsi tafazzianamente il rispettivo (o l’altrui) EPIdidimo?
E la tecnologia, non subisce forse anch’essa il fascino ammaliante dell’EPI? Pensate solo all’evoluzione delle EPIstole. Banditi dai nostri desktop carta, penna e calamaio, ci siamo abbandonati alla veloce convenzione e commissione di mail e social. Ma davanti alle marachelle (termine EPIco ormai in disuso) dei figli i genitori non cambiano mai, convinti che un buon predicozzo non sia un mero esercizio di ginnastica EPIglottidea. Cosicché Facebook e Instagram (Twitter un po’ meno, perché fare la morale in 140 caratteri è un po’ dura…) prenderanno la palla al balzo, preparandosi a lanciare il servizio E-PIs (che sta per E-PIstolotto, il predicozzo online con tanto di emoticon, volgarità e financo scurrilità, così da intercettare il linguaggio di Millennials e Centennials)!
E ora, tanto per iniziare (visto che abbiamo iniziato con l’EPIlogo), vi lasciamo con le domande EPIcali, che abbiamo rivolto al nostro amato Zingarelli.
Tullio d’EPIscopo si chiama così perché è un musicista percussionista… sopra la media?
Un EPIsodio (quale, scegliete voi) è una circostanza che contiene sempre un’elevata soluzione salina?
E soprattutto cos’è l’EPIstassi? Una tipica espressione abruzzese, utilizzata nelle alcove e pronunciata di solito da chi “vorrebbe stare sopra”…o che altro?
EPItate, gente, EPItate…