Violante Placido a tutto tondo ai microfoni di Storie Italiane. L’attrice, protagonista in sala con Modalità aereo, si è soffermata sullo scandalo molestie che ha coinvolto il regista Fausto Brizzi: «Di idee me ne sono fatte tante, da fuori è difficile avere un giudizio e avere delle certezze. Sono situazioni molto complesse, la molestia è qualcosa che spesso avviene quando si è solo in due: è un argomento che si trova in una zona d’ombra, è difficile capire chi è vittima o carnefice. Le situazioni si possono ribaltare, è veramente difficile: in linea di massima, tutto ciò che è successo è qualcosa che ha portato a una consapevolezza diversa per tutti ma anche la possibilità delle donne di essere ascoltate di più e di essere credute di più». Prosegue la Placido, sottolineando di non essersi confrontata col regista: «E’ una cosa legata al potere, all’ambizione. Io e Fausto non ne abbiamo parlato, ci siamo dedicati al lavoro. Mi sono ritrovata con Paolo Ruffini, con cui sto facendo una tournèe, Fausto prima non lo conoscevo: ci ho lavorato bene, è uno che sa fare molto bene il suo lavoro e che sul set è super in controllo della situazione».
VIOLANTE PLACIDO SUL PADRE MICHELE
L’interprete ha poi parlato del rapporto con il padre Michele Placido: «Mio padre come padre è una cosa, come regista un’altra: quando era un po’ più presente, quando ero un po’ più piccola, ha avuto modo di essere un po’ anche mammo. Protettivo? Fino a un certo punto, ha lasciato sempre molta libertà ai figli: secondo lui i figli non appartengono ai genitori ma a se stessi». Padre e figlia, ma anche attrice e regista: «Abbiamo fatto tre film insieme: uno era Ovunque sei, poi in Le Guetter e infine Sette minuti, con un cast di donne meravigliose». Pochi dubbi su quale sia il ruolo preferito interpretato dal padre: «Non volevo essere banale, ma il suo ruolo preferito resta quello ne La Piovra, che mi ha fatto vivere un percorso emotivo. Quando venne trucidato fu un colpo al cuore. L’ho amato tantissimo anche in Pizza Connection e in altri film. Una volta ci fermarono per un controllo e si misero sull’attenti: si era sovrapposto il ruolo». Infine, una battuta sulla famiglia: «Siamo sparsi ma uniti. Anche mio fratello è in tournèe, ci sentiamo per messaggio».